“Non si è trattato di un concorso, ma di una graduatoria per la stabilizzazione di tutti gli operatori socio sanitari in servizio. Si trattava di lavoratori che erano stati chiamati durante l’emergenza Covid e senza quella graduatoria sarebbero stati mandati a casa”. Così si è difeso Antonio Iacono, direttore del Trauma center dell’ospedale Villa Sofia nel corso dell’interrogatorio al Gip. Il dirigente è indagato insieme all’ex presidente della regione Totò Cuffaro e ad altri 16, per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione nell’ambito di un’inchiesta su un comitato d’affari che avrebbe gestito la vita politica e amministrativa della Regione, truccando appalti e concorsi pubblici.
“Non c’è stato dunque alcun favoritismo tanto che poi furono tutti stabilizzati. I 15 vincitori avevano già un contratto a tempo determinato e sarebbe stati assunti a tempo indeterminato. – ha spiegato – Gli altri avrebbero perso il lavoro”.
“Mi si contesta di aver ricevuto in cambio la promessa di un avanzamento di carriera ma io avevo ritirato la mia candidatura da tempo perché non ero interessato”, ha concluso.



