“Attendiamo un provvedimento favorevole perché abbiamo chiarito la nostra posizione”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Di Stefano, legale del manager Roberto Colletti, indagato insieme all’ex governatore siciliano Totó Cuffaro nell’ambito di una inchiesta della Procura di Palermo su un comitato d’affari illegale che pilotava appalti e concorsi pubblici.
Per Colletti, che ha reso interrogatorio preventivo al Gip, sono stati chiesti i domiciliari. Secondo l’accusa il manager, che nei piani di Cuffaro doveva essere nominato direttore generale dell’ospedale Civico di Palermo, salvo poi finire, per logiche spartitorie, ai vertici dell’azienda sanitaria villa Sofia, avrebbe consentito che venisse truccato un concorso a 15 posti per operatore sanitario, bandito appunto dall’azienda da lui diretta, per avvantaggiare candidati vicini all’ex presidente della Regione.
“Colletti apparteneva alla fascia più alta dei manager e aveva i titoli per essere nominato all’ospedale Civico che è ospedale di serie A – ha spiegato il legale – e invece addirittura ha ricevuto l’incarico di direttore generale di Villa Sofia che è ritenuto di serie B. Quindi noi ci riteniamo estranei a ogni contestazione”.
Dopo Colletti verranno sentiti il manager dell’Asp di Siracusa Alessandro Maria Caltagirone, che dopo l’invito a comparire si auto sospeso, e Antonio Iacono, direttore del trauma Center di villa Sofia e componente della commissione aggiudicatrice del concorso per gli Oss.





