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Arrestato a Catania il presidente dell’Associazione Antiestorsione: “Taglieggiava le vittime”

martedì 30 Ottobre 2018

Il presidente dell’Associazione siciliana antiestorsione (Asia), Salvatore Campo, è stato arrestato e posto ai domiciliari dalla guardia di finanza di Catania per falso ideologico e peculato. E’ indagato anche per estorsione continuata nei confronti di alcune vittime del racket che avevano richiesto accesso allo specifico fondo di solidarietà statale.

Campo è stato arrestato dai militari delle Fiamme gialle in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip su richiesta della Procura distrettuale di Catania.

Il giudice delle indagini preliminari ha anche disposto il sequestro preventivo di circa 37 mila euro, pari a fondi pubblici erogati dalla Regione Siciliana a favore dell’ associazione antiracket Asia di cui, secondo l’accusa, Campo si sarebbe “illecitamente appropriato, utilizzandoli per fini esclusivamente personali“.  L’associazione Asia ha sede ad Aci Castello, nel Catanese.

L’attività investigativa delle Fiamme Gialle di Catania è scaturita dal monitoraggio delle associazioni e organizzazioni antiracket e antiusura del territorio e dagli esposti presentati alla Procura da altre associazioni.

guardia di finanzaCampo – scrivono gli investigatori – avrebbe costretto vittime di mafia, usura ed estorsione a consegnargli somme in denaro a lui non spettanti” e avrebbe “subordinato il sostegno dell’associazione nella predisposizione delle istanze di accesso ai benefici di legge, all’accoglimento delle proprie pretese economiche, oscillanti tra il 3% e il 5% del beneficio concesso dalla legge alla vittima del reato”.

Le richieste sarebbero state avanzate “per avviare l’iter procedurale per il riconoscimento del risarcimento e prima del riconoscimento delle somme erogate dallo Stato e quando l’associato/vittima non aderiva alle richieste di denaro, Campo assumeva atteggiamenti intimidatori finanche giungendo all’abbandono del sostegno assistenziale“.

I pagamenti sarebbero stati effettuati sotto forma di contributi volontari. Il gestore di una libreria, vittima di estorsione e usura, avrebbe rifiutato però di assecondare le pretese di denaro formulate da Campo, che avrebbe chiesto il 3% della somma che lo stesso avrebbe percepito quale ristoro di legge.

In un altro episodio Campo avrebbe ottenuto dai familiari di una vittima della criminalità organizzata 1.500 euro in contanti. In un altro caso il titolare di un bar, uno straniero, avrebbe versato a Campo 3 mila euro in contanti “per il timore, indotto da atteggiamenti intimidatori, di non essere adeguatamente seguito nel disbrigo delle pratiche necessarie per ottenere il saldo del risarcimento spettante“, riportano gli investigatori.

“In una circostanza – continuano –  Campo ha consigliato a un associato-vittima di farsi attestare da un medico compiacente una falsa patologia al fine ottenere illegittimamente un maggior ristoro dallo Stato”.

L’indagato si sarebbe complessivamente appropriato di fondi associativi per oltre 70.000 euro. Solo una parte di questi (circa 37.000 euro) è riferibile ai fondi pubblici, per i quali il Gip ha disposto il sequestro.

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