La Consulta boccia il referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata delle Regioni ma promuove quelli sul lavoro e quello sulla cittadinanza per gli extracomunitari.
Politici e sindacalisti, ora, sono sul piede di guerra per la decisione presa.
Le reazioni
“Il “No” della corte Costituzionale al referendum sull’autonomia differenziata non ci preoccupa. La legge era stata già fatta a pezzi dalla Consulta a Novembre, così com’è ora è inapplicabile. Roma dovrà tornare a metterci le mani, ma dovrà farlo dentro i paletti molto stretti messi dalla Corte, il che cambia parecchio“.

Lo affermano il coordinatore regionale del M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola e il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.
“Coloro che esultano per questo pronunciamento, considerandolo una vittoria – commentano – fanno ridere, visto che il ddl Calderoli, già un obbrobrio in partenza, era diventato uno zombie, come qualche Costituzionalista l’ha definito, dopo Novembre. Schifani ora smetta la casacca di partito e indossi, una volta tanto, quella della Sicilia, come non ha fatto in sede di conferenza Stato-Regioni, quando il suo governo ha dato l’ok al pessimo disegno di legge partorito da Calderoli. La Scuola e, soprattutto, la Sanità sono alla canna del gas in Sicilia, non permetta più operazioni come questa che potrebbero mettere una pietra tombale sopra a questi settori solo per obbedire a bassi ordini di scuderia”.
“Continuiamo a ritenere che l’autonomia differenziata sia una misura nefasta per il Mezzogiorno e per la Sicilia e continueremo a contrastarla con tutti i mezzi a nostra disposizione. Sarà comunque una stagione referendaria importante per ridare dignità al lavoro e liberarlo da sottosalario, sfruttamento, precarietà e per allargare i diritti di cittadinanza“. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, dopo la sentenza di inammissibilità del quesito sulla legge Calderoli, emessa dalla Consulta e il via libera agli altri referendum.
“La battaglia contro l’autonomia differenziata ora continua – aggiunge Mannino – affinché il Parlamento corregga la legge secondo le indicazioni della Corte Costituzionale e per riportare sui giusti binari le politiche nazionali per lo sviluppo del sud del paese e della nostra regione. Il governo regionale si adoperi a favore della Sicilia in questi delicati passaggi”.