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il caso positivo di Cefalù

Catania, depuratore. Sub commissario Costanza: “Entro il 2023 la gara. Nel 2026 la conclusione dei lavori” CLICCA PER IL VIDEO

venerdì 13 Gennaio 2023

Catania è la più grande città d’Italia che oggi non ha un idoneo servizio depurativo, nonché fognario. Per questo caso emblematico abbiamo un investimento da oltre 400 milioni di euro che permetterà di realizzare e completare tutti i reticoli fognari e adeguare e raddoppiare l’esistente depuratore. È un’opera di ingegneria di una complessità enorme, in un territorio così urbanizzato. Un sottoservizio che doveva essere realizzato prima della costruzione di tutti gli immobili. Quindi, è una sfida importante. Siamo già in fase di progettazione esecutiva e speriamo entro l’anno di iniziare a bandire le gare”. A parlare è il sub commissario della Regione Siciliana per la Depurazione delle acque, Riccardo Costanza.

Obiettivo due anni per completare i lavori, ma potrebbero esserci ritardi: “Andare a inserire una fognatura in tutto il reticolo cittadino, dal centro storico alle zone d’espansione, lavorare sul depuratore è veramente complesso. Si tratta di moltissimi sottoservizi, con disagi per il traffico. La struttura commissariale punta a riuscire a contenere tutto entro i due anni. Qualche ritardo, però, potrà essere fisiologico, per gli imprevisti che può avere un cantiere complesso come questo”.

Più del 50 per cento delle sanzioni europee all’Italia in materia di acque reflue è costituito da infrazioni commesse in Sicilia: 35 su 60 milioni di euro, che pesano sulle tasche di tutti i cittadini italiani allo stesso modo: “Sulla prima procedura di infrazione – spiega Costanza -, si sconta una sanzione pecuniaria giornaliera”.

Dal 2017, però, da quando è stato nominato un commissario straordinario, si registra un’inversione di tendenza. Sono infatti ben 67 gli interventi complessivi dell’ufficio regionale del Commissario straordinario per la depurazione delle acque, di cui dieci già completati e 25 in corso. Si tratta di interventi di realizzazione di reti fognarie e di adeguamento o potenziamento di impianti di depurazione, ma anche e soprattutto della realizzazione di nuovi impianti di depurazione. Si parla di un costo complessivo di circa 2,5 miliardi di euro. Fondi che originano dalla delibera Cipe del 2012 e che scaturiscono dal commissariamento del 2016. Poi, i fondi sono stati implementati dalle varie finanziarie e si aspettano nuove liquidità – si parla di 110 milioni – anche dal governo Meloni.

“È un’attività faraonica, nonché storica, per la Regione, perché è un pacchetto di investimenti nel settore delle acque reflue, quindi fognature e depuratori, che non si è mai visto – dice il sub commissario –. Speriamo di cambiare veramente il volto della Sicilia una volta completati tutti questi interventi. Oltre dieci già sono stati completati e consegnati ai gestori del servizio”.

Il risultato è duplice: “I successi che conseguiamo – sottolinea Costanza – sono innanzitutto di natura ambientale e, al contempo, di riduzione della sanzione. Sotto l’aspetto economico, inoltre – aggiunge – l’indotto che si crea nel realizzare un’opera pubblica di questa tipologia è enorme. Abbiamo operai edili, metalmeccanici, fornitori. Si crea tutto un sistema di imprese che lavorano e che sono anche altamente specializzate. Quindi, creiamo anche un know how. In ultimo, se ne avvantaggia anche l’economia del turismo. Le bellissime coste siciliane finalmente diventano balneabili. Come conseguenza, diamo nuove opportunità anche per ravvivare il turismo”.

Uno degli interventi completati, infatti, riguarda il depuratore di Cefalù: “È un grande motivo di orgoglio per la struttura commissariale – dice Costanza -. Una città famosa in tutto il mondo per il suo turismo, per la sua costa, come Cefalù, finalmente ha un depuratore all’altezza della situazione. Con sette milioni di investimento in circa 20 mesi siamo riusciti a realizzare un impianto di ultima tecnologia, telecontrollato, che può, cioè funzionare da remoto. Il risultato depurativo eccellente. Abbiamo trovato un impianto semiabbandonato e adesso è un fiore all’occhiello per il settore della depurazione”.

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