Il sipario sull’Assemblea regionale si alza con la conferenza stampa di Cateno De Luca. Dal presidente Schifani al “sistema Cuffaro”, fino alla lobby del trasporto pubblico locale. Insomma, il leader di Sud chiama Nord è entrato a gamba tesa sugli argomenti che in questi giorni stanno dominando le cronache di Palazzo dei Normanni.
Il deputato regionale si è presentato ai giornalisti con un pacco regalo per il governatore e proprio da alcune sue dichiarazioni, rilasciate nei giorni scorsi, è partito De Luca: “Ringraziamo Schifani per aver ribadito la nostra posizione, perché abbiamo subito in questo anno una strategia di sciacallaggio fatta da soggetti che non hanno arte né parte e pensano che la Sicilia si possa amministrare o cambiare semplicemente facendo gli inquirenti politici. In questo quadro, Sud chiama Nord, rimarrà all’opposizione“.
“Quello che vediamo – ha aggiunto il capogruppo di ScN – conferma ciò che avevamo messo in evidenza circa un anno fa. La Sicilia non si cambia con gli slogan e la fiducia dei siciliani non si conquista con gli slogan “Decuffarizziamo la Sicilia”. La situazione è grave e abbiamo l’obiettivo di definire un nuovo modello di Sicilia. Non sono solo le dinamiche giudiziarie a mettere in luce che ci sono problemi di sistema, ma anche la qualità della vita in Sicilia, tutti i servizi al cittadino, con statistiche che denotano l’Isola sempre ultima nelle classifiche“.
Il leader di Sud chiama Nord punta così ad un “nuovo modello di Sicilia“ che punta a stravolgere alcuni elementi atavici della Regione: dal controllo della trasparenza della pubblica amministrazione e il “pizzo legalizzato” alla lobby del trasporto pubblico locale. Proprio su quest’ultimo aspetto si è focalizzata buona parte della conferenza stampa, contestando il “monopolio familiare di Antonio Scelfo” che coinvolge figli e nipoti, e che ha un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro. Un sistema che va “ben oltre il colore politico“.
De Luca ha così incalzato sull’inchiesta relativa agli appalti che ha coinvolto, tra i 18 indagati, anche l’ormai ex segretario nazionale della Democrazia Cristiana. “Le vicende giudiziarie hanno ribadito l’esistenza di un sistema regionale malato. L’asservimento della burocrazia regionale riguarda noi parlamentari e tutti coloro che voglio cambiare questa terra. Le indagini hanno confermato il segreto di Pulcinella: che le nomine nei vertici degli uffici regionali è frutto di una spartizione politica“. Nella lista anche Alessandro Mario Caltagirone, autosospeso dall’Asp di Siracusa, ora commissariata: “E’ stato nominato il 31 gennaio 2024. Il 5 marzo Giuseppe Lombardo in nome del gruppo ha presentato un’interrogazione parlamentare in evidenza di profili di non opportunità“.
“E’ meglio staccare la spina. Stare un anno e mezzo con questo clima, con un governo che ha paura di osare da un lato e un’opposizione che con slogan pensa di cambiare la Sicilia e in mezzo ci sono i siciliani è impensabile. Guardiamo alle prossime elezioni e non ci vogliamo arrivare alleati con un lato o l’altro. Se vogliamo continuare – ha proseguito – ad esistere possiamo continuare a fare corsa in solitaria. Iniziamo il nostro percorso che a gennaio sarà presentato e definirà le riforme di sistema necessarie per evitare la contaminazione“.
Ed è così che De Luca ha scartato il regalo: una pompa irrigatrice con diserbante. “Schifani può utilizzarlo assessorato per assessorato, dipartimento per dipartimento”.




