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Coronavirus: controlli dei Nas in obitori, denunce in Sicilia

giovedì 18 Marzo 2021

I carabinieri dei Nas, nell’ambito delle attività di controllo svolte nel periodo di emergenza sanitaria, d’intesa con il Ministro della Salute, hanno concluso una vasta campagna di verifiche condotte a livello nazionale presso gli obitori pubblici e privati, al fine di accertarne la regolarità ed il rispetto delle misure di prevenzione al contagio da Covid-19.

Al centro dei controlli sono finiti 375 tra obitori e camere mortuarie interni alle strutture ospedaliere, nonché analoghe aree adibite al commiato, riconducibili ad imprese funebri private e relativi servizi cimiteriali, rilevando irregolarità in 85 di questi.

Complessivamente sono state denunciate 23 persone e segnalate altre 78, tra dirigenti di strutture sanitarie ed ospedaliere nonché titolari di imprese funebri private per violazioni della disciplina sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, inosservanza degli obblighi della normativa anti-Covid e delle leggi regionali e di polizia mortuaria, contestando 102 sanzioni penali ed amministrative.

LE IRREGOLARITÀ

Tra le irregolarità accertate dai Carabinieri dei Nas, 24 interessano l’inosservanza delle misure di contenimento epidemico e della sicurezza degli ambienti di lavoro, dovuta alla mancata pulizia e sanificazione dei locali, l’assenza di percorsi separati per il trasporto delle salme e la carente formazione degli operatori circa il rischio da esposizione agli agenti biologici.

La maggior parte delle irregolarità, pari a 68 tra quelle complessivamente sanzionate, sono state appurate negli ambienti adibiti alla permanenza delle salme e al commiato in presenza dei familiari, mantenuti in carenti condizioni igienico-sanitarie e strutturali, in presenza di distacco di intonaco, macchie di umidità e muffe, piastrellatura fessurata, mobili vetusti e arrugginiti.

In situazioni particolarmente gravi, sono stati riscontrati feretri lasciati per lungo tempo in ambienti promiscui in attesa di sepoltura o cremazione, false attestazioni di sepoltura di resti precedentemente riesumati, bare con perdita di liquidi e presenza di macchie di sangue.

Due sono stati i provvedimenti di chiusura di attività nei confronti rispettivamente di una sala settoria all’interno della camera mortuaria del cimitero di Cisterna di Latina, a causa di gravi carenze igieniche, e di una ditta funebre della provincia di Lecce, che esercitava in condizioni di incompatibilità d’impresa.

Inoltre, gli accertamenti hanno consentito di individuare il mancato adempimento agli obblighi contrattuali stipulati da agenzie ed imprese convenzionate con i Comuni e le aziende ospedaliere circa la corretta erogazione dei servizi funebri e cimiteriali. In tale contesto sono stati denunciati due titolari di imprese funebri private per non aver rispettato gli accordi contrattuali stipulati con le pubbliche amministrazioni fornendo un servizio inferiore rispetto ai capitolati previsti.

IN SICILIA

Tra i principali interventi quello dei Nas di Ragusa. Nel corso di un controllo presso la casa cimiteriale comunale di Gela, in provincia di Caltanissetta, sono state accertate violazioni circa la mancanza del documento di valutazione rischi relativo al possibile contagio da Covid-19 e l’inosservanza delle misure finalizzate al contenimento della diffusione epidemica, quali l’assenza di cartellonistica, del piano di sanificazione dei locali e del registro dei decessi per “Covid-19”.

Inoltre, i locali adibiti a camera mortuaria, sala autoptica e cappella di preghiera sono risultati interessati da carenze igienico-sanitarie e dalla presenza di 45 feretri accantonati in attesa di sepoltura da oltre un mese. Nella circostanza è stato denunciato il funzionario responsabile dei servizi cimiteriali.

Ma anche quello dei Nas Palermo: a conclusione di attività ispettiva sono stati denunciati tre dirigenti di due presidi ospedalieri di Sciacca e Canicattì, nell’Agrigentino, quali responsabili anche delle relative camere mortuarie, per aver omesso di aggiornare il documento di valutazione rischi con le procedure di prevenzione da esposizione ad agenti biologici e non aver effettuato la formazione professionale degli operatori.
Le due camere mortuarie sono state peraltro riscontrate con evidenti carenze igienico-strutturali.

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