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Crisi energetica: termosifoni abbassati di un grado e spenti un’ora prima. Il piano del Governo

venerdì 2 Settembre 2022

La crisi energetica sta diventando sempre più evidente agli occhi di tutti. Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha presentato al Consiglio dei Ministri il cosiddetto “Piano gas”. Il punto che ha scaturito più dubbi è quello relativo all’abbassamento dei termosifoni nel periodo invernale, da 20° a 19° fino ad arrivare a 18° nelle zone della penisola più miti, oltre a diminuirne di un’ora l’accensione. Riguarderà sia gli edifici privati con riscaldamento centralizzato che quelli pubblici.

Mediante misure di minima riduzione delle temperature del riscaldamento, l’utilizzo di combustibili alternativi per limitati periodi e l’utilizzo ottimizzato dell’energia sarà possibile conseguire risparmi variabili dell’ordine tra 3 e 6 miliardi di metri cubi di gas in un anno“, ha detto Cingolani.

Inoltre, ci saranno prezzi controllati per supportare le aziende energivore e gasivore: sarà loro riservata una quota di energia a prezzi più bassi. Il piano che il Mite sta definendo è “basato sugli studi certificati condotti da Enea in materia di consumo e risparmio energetico” ha precisato il Dicastero annunciando una campagna di sensibilizzazione.

Si esclude invece al momento un possibile ritorno in DAD e allo smart working come contromossa allo spreco di luce e gas. Che sia riscaldamento o luce, le misure di risparmio dei consumi negli edifici dello Stato o delle Regioni, vengono decise in autonomia dalle singole amministrazioni e messe a confronto e coordinate a livello centrale. Il rincaro bollette invece sarà discusso settimana prossima.

Sulla crisi energetica ieri si è espressa anche Mechthild Wörsdörfer vice direttrice generale della Direzione generale Energia della Commissione europea dicendo: “La situazione rimane piuttosto critica. C’è il rischio di interruzioni, che è molto forte, poiché già metà dei nostri Stati membri è interessata in tutto o in parte da interruzioni. E di conseguenza, 13 Stati membri sono stati parzialmente o completamente tagliati fuori dal gas russo“.

Un piano di riduzione dei consumi dell’energia elettrica, da aggiungere a quello già decretato sul gas, e l’introduzione di un tetto ai prezzi dell’energia elettrica prodotta da fonti diverse dal gas. Sarebbero queste le proposte che la Commissione Europea sarebbe pronta a mettere sul tavolo del Consiglio straordinario Energia del 9 settembre.

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