Il Gip del tribunale di Catania ha convalidato l’arresto ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio, tentato omicidio e detenzione illegale di armi clandestine per Carmelo Di Stefano ritenuto il capo dei ‘Cursoti milanesi’ a cui il clan Cappello stava sferrando un durissimo colpo dopo un diverbio a colpi di casco che il giorno prima della sparatoria, in via Armando Diaz, aveva caratterizzato le schermaglie tra due gruppi criminali contrapposti.
Di Stefano è rimasto in carcere insieme con Martino Carmelo Sanfilippo, ritenuto dagli investigatori del Comando provinciale dei carabinieri, uno dei sicari che ha sparato l’otto agosto durante la sparatoria di viale Grimaldi a Librino in cui morirono due uomini e ne rimasero feriti altri quattro.
Sono stati invece scarcerati Antonino Salfilippo – che interrogato ha dimostrato come al momento dell’agguato non fosse nel quartiere di Librino – Roberto Campisi e Santo Tricomi. Per questi due pur essendoci elementi indiziari, il Gip non ha ravvisato motivazione valide per mantenere la custodia cautelare. Dalle dichiarazioni rese da altri indagati si è appreso che in via Armano Diaz, il giorno precedente la sparatoria c’era stato un litigio a cui aveva preso parte Di Stefano tra gli esponenti dei Cappello e i Cursoti milanesi.