Condividi

“Il De Seta vivo grazie a tutti noi, che almeno ci agevolino”. Batte la polemica “sana” delle associazioni

martedì 20 Dicembre 2016

Sono passati solo pochi giorni dalla pubblicazione della graduatoria da parte del Comune, che è più un calendario delle attività che saranno svolte alla Sala De Seta fino a fine giugno, ma non tardano a farsi sentire i rappresentanti delle associazioni. Prima Lumpen, per la voce di Francesco Guttuso e Franco Maresco, ora Sicilia Queer e SudTiles, per la voce di Andrea Inzerillo.

E’ un passo in avanti ma certo non siamo trionfanti – spiega Inzerillo – il Comune ci ha chiesto di calendarizzare le attività per non organizzare tutto all’ultimo minuto e lo abbiamo fatto, ma se in corso arrivassero altri progetti?“. Il Comune di Palermo ha infatti assegnato, si fa per dire, a sei realtà culturali locali – e legate al cinema – la programmazione delle serate al cinema comunale intitolato a Vittorio De Seta che si trova all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa. Institut Français, Associazione Culturale Lumpen, Associazione Culturale Sicilia Queer, Associazione Culturale SudTitles, Associazione Culturale Piccolo Teatro Patafisico e Associazione Artistica Culturale e Ricreativa Ziz hanno presentato dei progetti che sono stati approvati “Ma non saremo le uniche – continua il direttore artistico di SudTiles e curatore di Sicilia Queer – siamo quelle che ad oggi hanno presentato un progetto. Il nodo della questione però è altrove“. Infatti la questione non è semplice. Nel 2000 è stata inaugurata una sala cinematografica pubblica e all’avanguardia che l’amministrazione ha messo a disposizione della comunità. Costruita con fondi regionali ed europei, è stata aperta nel 2008 e soltanto per una decina di giorni, poi chiusa per quattro anni finché nel 2012 è stata riaperta dal movimento I cantieri che vogliamo. Uno spazio sulla carta perfettamente funzionante eppure ancora senza nome che vive soltanto grazie agli sforzi delle associazioni.

andrea-inzerilloSiamo sempre gli stessi a usare il cinema De Seta e ci siamo organizzati dividendoci le date – spiega Inzerillo – è interesse di tutti non danneggiarci a vicenda e fare una programmazione coerente e sensata. Più volte abbiamo chiesto all’amministrazione di organizzare assemblee pubbliche con gli operatori o segnalato interventi da fare. Ci sono de faretti rotti da anni di cui nessuno si occupa e segnalati da anni“. Non solo non si trovano fondi per sostenere l’esistenza in vita della Sala, ma agli operatori è di fatto anche impedito, per via di costi già proibitivi, lo sbigliettamento, che comporterebbe un canone d’affitto da pagare al Comune. “Ci auto finanziamo facendoci dei precisi calcoli e andando incontro a costi proibitivi – racconta – Non sono contro il pagamento del canone ma che sia almeno agevolato, simbolico o che almeno venisse reinvestito nel cinema stesso. Anche perché noi svolgiamo un servizio per la città. Iniziative come la proiezione di cinema anni Quaranta che è un’operazione per la comunità, o come il Queer film festival, che incarna la vocazione dello spazio, sono missioni utili. Facciamo cose che nessuno farebbe e siamo solo dei privati, tra istituti, associazioni ed enti. Vorremmo vedere investimenti, sostegno e perché no, delle attrezzature nuove. E’ tutto a carico nostro”.  

Ci troviamo di fronte a uno spazio che ha già un cuore ma non ancora un’anima – si leggeva su Il Manifesto l’anno scorso – una sala con una vocazione, un’identità in costruzione, una risposta attenta da parte del pubblico della quinta città d’Italia a fronte di una quasi totale carenza di offerta strutturata e di una fatale assenza di comunicazione, tutta sulle spalle dei singoli proponenti”. Non è cambiato molto: si è solo venuti a capo di alcune certezze, cioè le date e le rassegne previste per l’inverno e la primavera. “La polemica infatti serve continua Inzerillo – questo momento può essere un momento di svolta, ci potrebbero essere dei fondi previsti per le sale cinematografiche storiche e per quelle nuove con l’applicazione della legge Franceschini, ma se non si studiano le leggi le cose non si sanno. E avanzo un’altra proposta: una sinergia tra gli assessorati all’Istruzione e alla Cultura cambierebbe la vita di ragazzi, quartieri e associazioni. Andrebbe concretizzata un’alleanza che per quanto tacita è già in essere – e conclude – avere associazioni che tengono vivo l’interesse verso luoghi, culture e settori nonostante condizioni sconfortanti o avere Franco Maresco e non riuscire rendere le cose facili è follia“.  

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
ilSiciliaNews24

Francesco Zavatteri: “Chi spaccia il crack vende morte ai ragazzi” CLICCA PER IL VIDEO

Seconda parte dell’intervista de ilSicilia.it a Francesco Zavatteri, padre di Giulio, giovane artista palermitano, ucciso da un’overdose di crack all’età di 19 anni il 15 settembre 2022. L’importanza delle strutture nei quartieri delle città, le proposte dal basso e le iniziative legislative sul tema della tossicodipendenza.

BarSicilia

Bar Sicilia, Di Sarcina e la rivoluzione dei porti del mare di Sicilia Orientale CLICCA PER IL VIDEO

Dal Prg del porto di Catania ai containers ad Augusta, passando per lo sviluppo di Pozzallo e l’ingresso di Siracusa nell’AP, il presidente Di Sarcina spiega obiettivi e progetti

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.