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Giunta convocata nella giornata di domani

Schifani congeda gli assessori della DC, occhi puntati su Lagalla al Comune di Palermo

martedì 11 Novembre 2025
Lagalla Schifani Orlando Forzinetti

E ora che si fa? Non più tardi di sabato, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla si era esposto, sottolineando il contributo e la lealtà degli esponenti della Democrazia Cristiana sia in Giunta che all’interno della sua maggioranza. Un modo per cercare di calmare le acque in uno dei momenti più difficili per il centrodestra siciliano degli ultimi anni. Ma l’inchiesta che sta vedendo coinvolti sia l’ormai ex segretario nazionale della DC Totò Cuffaro che il parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano continua a vivere nuove puntate giorno dopo giorno.

L’ultima si è registrata ieri dalle parti di Palazzo d’Orleans. Il presidente della Regione Renato Schifani ha infatti rimosso dalla sua Giunta i due assessori della Democrazia Cristiana presenti nel suo esecutivo, ovvero Andrea Messina e Nuccia Albano. In entrambi i casi, l’ex presidente del Senato ha avocato a sè le deleghe, nominando però Patrizia Valenti nuovo Capo di Gabinetto dell’assessorato alla Famiglia. La domanda sorge spontanea: il sindaco di Palermo seguirà questa strada o rimarrà fedele alla linea intrapresa nel weekend? Una risposta che potrebbe arrivare nella giornata di domani. Momento nel quale il primo cittadino ha chiamato i suoi assessori a raccolta in una seduta di Giunta.

Mare mosso alla Regione

Va fatta una premessa. Alla Regione, il nuovo quadro politico è stato mal digerito da chi ha pagato il “prezzo più alto“, ovvero proprio gli esponenti della Democrazia Cristiana. In una nota emanata nella serata di ieri, il gruppo moderato si è detto rammaricato “nel constatare che la linea di trattamento riservata al gruppo della DC non sia pienamente coerente poiché si ritiene questo trattamento inedito rispetto a situazioni politiche pregresse“. Ciò salvo poi ribadire la propria disponibilità a portare avanti l’atto di fiducia che abbiamo sottoscritto all’inizio del mandato. Una promessa che vedrà il mese prossimo uno stress test di livello, ovvero l’approvazione della Finanziaria.

Il clima non è dei migliori. Durante il weekend, sia Raffaele Lombardo che Gianfranco Miccichè, ovvero due terzi del gruppo dirigente di Grande Sicilia, avevano chiesto una presa di posizione (ottenuta ieri) da parte del governatore sugli alfieri cuffariani dalla Giunta. Ma a qualcuno non basta. A cominciare da Cateno De Luca. L’esponente di Sud Chiama Nord ha rinviato a mercoledì chiarimenti sulla questione, lasciando trasparire ulteriori richieste da porre a Renato Schifani. Critico anche il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, il quale ha invitato il presidente della Regione “a presentarsi in aula e a dimettersi“. Insomma, il mare è mosso. E le onde rischiano di travolgere anche il Comune di Palermo. Ovvero dalle parti della terza colonna di Grande Sicilia, ovvero Roberto Lagalla.

Il clima al Comune di Palermo

Dalle parti di Palazzo delle Aquile si respira aria di tensione. L’approvazione del bilancio consolidato è sembrato più un atto dovuto che altro. Ieri, durante l’ennesima discussione sulla delibera relativa alla riorganizzazione del mercato di Ballarò, il centrodestra ha fatto venir meno il numero legale. Proprio quando da Palazzo d’Orleans giungeva la decisione del governatore Renato Schifani sugli assessori della DC. Le critiche serpeggiano fra i corridoi di Palazzo Comitini già da giorni. Dalle opposizioni sono piovuti attacchi a più riprese. Il coro è unanime: il sindaco deve venire in aula. Una richiesta, per il momento, non accolta da Roberto Lagalla.

Ma anche dentro la maggioranza, sibillano i microfoni di Radio Palazzo, qualche “leader carismatico” sembra poco soddisfatto delle situazione. A dar forza al gruppo moderato sono però i numeri. La Democrazia Cristiana può contare su sei consiglieri comunali (al pari di Fratelli d’Italia e Forza Italia). In Giunta, il gruppo centrista è rappresentato dall’assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti. Uno di quei volti giovani su cui poco si può dire se non che ha lavorato bene, soprattutto nel contrasto a fenomeni di illegalità (leggasi il caso della Fiera del Mediterraneo). Alla luce di quanto successo alla Regione Siciliana, come potrebbe evolvere lo scenario al Comune di Palermo? A giocare a favore dall’esponente della DC è la mentalità gestionale di Roberto Lagalla.

Il sindaco è restio ai cambiamenti nel suo esecutivo. E’ successo sia durante il tribolato cambio fra Andrea Mineo e Pietro Alongi che nell’avvicendamento fra Rosi Pennino e Mimma Calabrò, con tanto di nota piccata dell’ex Rettore rivolta al gruppo di Forza Italia. Certo, discostarsi dalla decisione del presidente della Regione potrebbe essere complesso. Qualcuno però parla già di una possibile soluzione intermedia, ovvero una sorta di “scudo politico” del sindaco in attesa di capire come evolverà il quadro giudiziario. Ma, chiaramente, si tratta solo di rumors. A contare è la sostanza. E, quando c’è da mandare messaggi alla propria coalizione, Roberto Lagalla ricorre spesso a citazioni al mondo cristiano. In questo caso, a Paolo VI: “l’esercizio politico il più alto esempio di carità cristiana”. Chissà se i suoi alleati al Comune di Palermo si appoggeranno più al mondo ecclesiastico o a quello laico.

M5S: “Lagalla sindaco-spettatore”

Al momento, a scegliere da che parte stare sono soprattutto le opposizioni. In una nota emanata questa mattina, i consiglieri comunali del M5S Antonino Randazzo, Giuseppe Miceli e Concetta Amella chiamano in causa direttamente il sindaco Roberto Lagalla. “Dopo le indagini che coinvolgono Cuffaro e la Nuova Democrazia Cristiana, il presidente della Regione Schifani ha deciso di interrompere ogni rapporto in Giunta con la DC. E il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, cosa aspetta a fare lo stesso? Nella sua Giunta siede ancora un assessore della DC: una scelta oggi politicamente e moralmente insostenibile“.

Da Lagalla non ci aspettiamo né coerenza né coraggio morale. Continua a fare il sindaco-spettatore di una città allo sbando, mentre nelle retrovie si preoccupa solo di blindare accordi politici con Lombardo e Miccichè. È l’ennesima conferma di un’amministrazione piegata ai giochi di potere, incapace di dare risposte ai cittadini e di affrontare i problemi reali di Palermo. La città merita un sindaco, non un mediatore di spartizioni politiche“, chiosano i tre esponenti del M5S.

PD, “Oso” e Gruppo Misto: “Sindaco rimuova “sistema Cuffaro” dal Comune”

Sulla stessa riga si muovono le dichiarazioni degli esponenti del PD, del Gruppo Misto e di “Oso“. “Il sindaco proceda senza esitazioni a mettere fuori dal Comune il “sistema Cuffaro”, che, secondo l’inchiesta giudiziaria,viene descritto come un sistema di partito finalizzato a interferire illegittimamente con le amministrazioni pubbliche. Il Consiglio comunale sarà presto chiamato ad affrontare e deliberare su atti di grande rilevanza strategica per la città – a partire dall’impiego dell’avanzo di amministrazione – e potrà farlo solo in un contesto di assoluta trasparenza, credibilità e serenità istituzionale“.

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