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Lampedusa, naufragio dell’Epifania: si aggrava il bilancio. Procuratore Vella “Mortali i barchini in metallo”

sabato 7 Gennaio 2023
Foto di repertorio
Il cadavere di una donna è stato recuperato da uno dei due pescherecci tunisini che si sono occupati dei soccorsi dei migranti finiti in acqua, a circa 38 miglia da Lampedusa, dopo che il barchino sul quale viaggiavano si è ribaltato ed è affondato.

Salgono a quindi a tre le vittime del naufragio registratosi nella tarda mattinata del 6 gennaio. Prima erano stati recuperati i cadaveri di un uomo adulto e di un bambino di 1 anno.

Il barchino naufragato a circa 38 miglia dalla costa di Lampedusa, sarebbe partito da Sfax, in Tunisia. A bordo, almeno 37 persone.
Aumentano – per come era stato già evidenziato, nei giorni scorsi, dal procuratore capo di Agrigento, facente funzioni, Salvatore Vella – le imbarcazioni in metallo, con motore fuoribordo, costruiti in lamiera e neanche verniciati. Natanti che hanno una grandissima instabilità.

La Procura, con un un focus sui continui cambiamenti delle partenze dalla Tunisia, ha scoperto questi dettagli sulla navigabilità che mettono a rischio la vita di chi parte dal nord dell’Africa.

“I trafficanti di essere umani tunisini nascono come pescatori che si sono riconvertiti a un business criminale e, in genere, – spiega Salvatore Vella – hanno un atteggiamento di grande rispetto nei confronti dei loro connazionali. Il fatto che, a bordo di questi barchini in metallo, non vi siano tunisini, ma sono quasi ed esclusivamente subsahariani ci porta a pensare che questa modalità di navigazione sia estremamente pericolosa e quindi, probabilmente, meno cara e per questo, a bordo di queste imbarcazioni, vi sono soltanto subsahariani che, purtroppo, sono persone che, in genere, non sanno nuotare. Quando questi barchini si capovolgono e affondano velocemente, essendo in metallo, causano la morte di quasi tutti coloro che erano a bordo, se non c’è un intervento immediato di natanti impegnati in operazioni di salvataggio”.

La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I superstiti, fra cui 10 donne, adesso, verranno ascoltati per provare a ricostruire cosa sia effettivamente accaduto durante la traversata, perché il barchino si sia ribaltato e chi fosse alla guida di quel natante partito da Sfax.

 

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