I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Messina hanno sequestrato, preventivamente, beni per un valore di 8 milioni di euro a tre persone considerate vicine alla mafia messinese legata ai Santapaola di Catania. Il provvedimento e’ stato disposto dal gip del Tribunale di Messina, su richiesta del procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, e dei sostituti, Liliana Todaro, Maria Pellegrino e Antonio Carchietti. Sotto sequestro sono finiti assetti societari, beni mobili e immobili riconducibili a Vincenzo Romeo, Pasquale Romeo e Biagio Grasso, tutti arrestati nel luglio nell’ambito dell’operazione antimafia “Beta”, perche’ indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, turbata liberta’ degli incanti, esercizio abusivo dell’attivita’ di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi ed altro.
Le indagini dei Ros hanno portato all’accertamento dell’esistenza a Messina di un clan mafioso, vera e propria cellula di Cosa nostra catanese, e in particolare della famiglia dei Santapaola. Al vertice sarebbe stato, secondo quanto riscontrato dagli investigatori, Vincenzo Romeo, che operava sotto la supervisione del padre, Francesco Romeo, che e’ anche cognato di Nitto Santapaola, e con la collaborazione dei fratelli, Pasquale, Benedetto e Gianluca.
Il clan curava sia le attivita’ tradizionalmente mafiose ma trattava anche con professionisti locali ed esponenti delle amministrazioni locali. Il provvedimento di sequestro ha riguardato sette societa’ del settore immobiliare specializzate in lavori edili, alcune delle quali interessate a rilevanti interventi di edilizia abitativa, pubblica e privata, nel capoluogo come la riqualificazione di Fondo Fucile e realizzazione di un complesso immobiliare in zona Torrente Trapani, due societa’ del settore degli apparecchi da intrattenimento, tre automobili, tre immobili a Messina e 17 conti correnti.