Matteo Messina Denaro è uccel di bosco da oltre 26 anni, nonostante pm e forze dell’ordine gli abbiano fatto terra bruciata attorno. Di lui nessuna notizia, anche se sono molte le tracce lasciate. L’ultima notizia su un suo rifugio arriva dal Veneto, dove il boss di Castelvetrano si sarebbe nascosto per qualche giorno. Stavolta è un pentito a rivelare nuovi particolari sul mistero del superlatitante di Cosa nostra.
Il collaboratore di giustizia è Emanuele Merenda, di Sant’agelo di Brolo (Messina), ex esattore del pizzo della mafia barcellonese e poi componente con lo stesso ruolo di una organizzazione criminale di stampo mafioso in Veneto portata a galla da una inchiesta della Procura di Venezia sull’infiltrazione della camorra casalese ad Eraclea, nel Veneziano.
Secondo il pentito di mafia, Matteo Messina Denaro si sarebbe nascosto per un periodo nella cantina di una casa di campagna in Veneto, un «edificio di colore giallo» dove sarebbe stato ospite di Vincenzo Centineo, un altro siciliano (è originario di Gangi) finito anche lui nell’inchiesta sui Casalesi di Eraclea. La casa si troverebbe a Campo di Pietra di Salgareda nel trevigiano.
Sono scattate immediatamente delle verifiche a tutto campo, coinvolgendo anche altri uffici investigativi, per verificare l’attendibilità del collaboratore di giustizia (che già in altre circostanze ha comunque consentito arresti e raccolta di prove importantissime) ma soprattutto di queste sue ultime esplosive dichiarazioni.
«Centineo mi ha anche detto che ha ospitato Matteo Messina Denaro per quattro o cinque giorni a Campo di Pietra. La facciata è di colore giallo» sono le parole di Emanuele Merenda ai pm veneziani che indagano sulla «falange» dei Casalesi in Veneto, capeggiati dal presunto boss Luciano Donadio, e che hanno già scoperto la complicità con il siciliano Vincenzo Centineo: secondo le indagini, Donadio e Centineo si erano alleati per dividersi i proventi del pizzo agli imprenditori e dei prestiti a tassi usurari.
Merenda era stato convocato dai pm veneziani alla ricerca di prove del sodalizio fra i Casalesi e i siciliani di Centineo, ma durante l’interrogatorio è saltato fuori il nome di Matteo Messina Denaro che ha aperto immediatamente nuovi scenari.