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Nel M5S esplode il caso amministrative Palermo: scontro social Trizzino-Varrica

lunedì 14 Marzo 2022

Nel Movimento 5 Stelle esplode la grana amministrative palermitane: lo scontro che vede protagonisti due degli esponenti di punta dei pentastellati a Palermo, il deputato regionale Giampiero Trizzino e quello nazionale Adriano Varrica, ha come ‘campo di battaglia’ il profilo facebook di Trizzino.

A innescare lo scontro è Trizzino, che prende di mira la linea di continuità che il M5S starebbe avallando a Palermo in vista delle elezioni amministrative rispetto all’amministrazione Orlando: “Io ho una idea della città e non coincide esattamente con quella di coloro che l’hanno governata. Ho qualche difficoltà nel condividere percorsi politici con chi non ha saputo gestire le emergenze, come la raccolta dei rifiuti e la gestione dei servizi cimiteriali; o con chi non ha saputo amministrare neppure le questioni ordinarie, penso alla manutenzione delle strade, alla mobilità, alla valorizzazione degli spazi pubblici. Sono convinto – insomma – che a Palermo o si volta pagina oppure i palermitani verranno inghiottiti dall’assuefazione. Se non si rinnova la classe dirigente, i palermitani finiranno per accettare in silenzio la decadenza della loro città. Ecco, questo è stato il ragionamento che mi ha portato a sostenere che il M5S poteva avere solo due strade: candidarsi da solo contro tutti, oppure allearsi esclusivamente con chi avrebbe condiviso un percorso completamente diverso da quello che è stato fatto fino ad oggi”.

In un altro passaggio del lungo post pubblicato dall’inquilino di Sala d’Ercole, il riferimento velato alla scelta di sostenere Franco Miceli alla candidatura per la successione di Orlando, rinunciando a priori, è il ragionamento di Trizzino, a esprimere un nome che facesse riferimento direttamente al M5S (come il suo: lo stesso nome di Trizzino, infatti, era stato fatto tra quelli possibili per correre come candidato sindaco): “Qualcuno ha proposto prima e sostenuto dopo un nome che non solo non è del M5S, ma che è l’espressione delle forze politiche che hanno governato la città fino ad oggi. In tutta sincerità, a parte il gusto amaro che ti lascia in bocca questa storia, io c’ho già messo una pietra sopra e sono sereno. Non ho nessun rancore e continuerò a lavorare per la mia città, sebbene non era esattamente questa la strada che avevo immaginato per il M5S”.

un lungo post, dunque, in cui il deputato regionale critica l’atteggiamento assunto dal M5S a Palermo per la scelta del perimetro e del candidato da sostenere. Nel finale Trizzino ‘smorza’, ma le parole conclusive del deputato regionale non bastano a evitare che arrivi la risposta tra i commenti del parlamentare nazionale Adriano Varrica, che passa al contrattacco: “Giampiero, questi tuoi continui attacchi pubblici ai tuoi compagni di viaggio (me incluso) feriscono e, per dovere di verità, mi trovo costretto a rispondere – esordisce Varrica -. Oggi parli di “discontinuità” eppure a novembre scorso sei stato l’organizzatore del tavolo col PD (di cui fa parte Leoluca Orlando) e fino a qualche settimana fa rivendicavi di avere la chat di coordinamento del tavolo di coalizione con Giusto Catania (assessore in carica) e Rosario Filoramo (segretario provinciale del PD) e di aver fatto incontri riservati con loro due (nessuno degli altri esponenti M5S presente). Purtroppo potrebbe apparire che fino a quando eri tu il soggetto nella “stanza chiusa” con coloro che hanno governato la città, andasse tutto bene…”.

Secondo Varrica, insomma, Trizzino applicherebbe due pesi e due misure di giudizio a seconda del fatto che sia lui a sedersi al tavolo delle trattative o meno. Ma il deputato va oltre e riserva al finale la stoccata al compagno di partito Trizzino: “Dal punto di vista del nostro attuale Statuto sappiamo che non sei candidabile come sindaco, essendo in conclusione del tuo secondo mandato e in tempi brevi, in questa fase storica, ritengo difficile una modifica statutaria. Molti pensano – è il colpo di sciabola di Varrica – che questi tuoi attacchi siano solo un modo per ‘accattivarti’ potenziali elettori per le regionali sia nel caso di deroga nel M5S per il tuo terzo mandato (che però hai sempre negato di voler fare) sia nel caso di tua candidatura con altre forze politiche come quella di Fava. Mi auguro che li smentirai coi fatti”. Un’accusa di opportunismo politico, insomma, senza troppi giri di parole. E il clima interno al M5S si infuoca.

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