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Regione, Musumeci: “Non ho sciolto la giunta perché nessun partito si è tirato indietro”

mercoledì 9 Febbraio 2022

Al via il dibattito all’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, con il governatore Nello Musumeci. A chiedere il confronto era stata l’opposizione dopo l’annuncio del presidente della Regione dell’azzeramento della Giunta, poi congelato.

Sono tre “gli impegni” che il governatore Nello Musumeci ha scritto nella sua agenda fino ad aprile: la legge di stabilità e il bilancio 2022, il Pnrr e la nuova programmazione dei fondi Ue 2021-27. Lo ha detto il presidente della Regione rivolgendosi all’aula nel corso del suo intervento a sala d’Ercole per il dibattito sulla situazione politica nella maggioranza.

A partire dalla prossima settimana gli assessori, ognuno per la propria parte, relazionerà all’Ars sulla programmazione dei fondi del Pnrr, destinati alla Sicilia. Lo ha assicurato il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, parlando in aula. Per quanto riguarda la legge di stabilità 2022, il presidente della Regione ha informato l’aula che i documenti non saranno presentati prima del 30 marzo perché è in corso il negoziato con lo Stato su materie fiscali ed economiche.

Ore 18.47: il presidente della Regione Nello Musumeci conclude il dibattito d’aula rispetto al tema della presunta crisi politica.

Per me la crisi non c’è, la crisi si determina quando una forza politica chiede di uscire dalla coalizione, ho chiesto verifica perché avevo diritto e dovere di sapere se ancora ci fosse. La legge di stabilità ricade in questo periodo, non per scelta del Governo, ma per le ragioni che ho rassegnato al Parlamento subordinate ad una serie di dinamiche legate all’accordo con lo Stato. E se non si ha cognizione di entrate e di uscite, non si può chiudere il bilancio. Il tema del Pnrr poi, ancora Roma non sa di cosa deve parlare. Lo abbiamo posto adesso perché è questo il momento in cui la Regione Siciliana sarà direttamente chiamata a gestire le risorse. Tutto il resto coinvolgerà le imprese, le organizzazioni di categoria, le associazioni, le Università, gli enti locale, e non la Regione Siciliana, ma la Sicilia che è un’altra cosa. E ne ho parlato perché so che il Parlamento sarà investito della questione nei prossimi giorni, e non per gentile concessione”.

Ore 18.20: Intervengono in Aula i parlamentari di #DiventeràBellissima, il movimento politico del presidente Musumeci.

“Oggi in Aula un importante intervento del Presidente Musumeci che ha ribadito i risultati del suo governo, a partire dai fondi europei spesi e certificati tutti e rilanciato sui fondi del PNRR da programmare, secondo le direttive che Roma ci ha indicato”. A parlare la deputata regionale Giusi Savarino, la portavoce del movimento DB.

“Si sono serrati i ranghi della coalizione di maggioranza e ribadito l’importanza dell’ultimo scorcio di legislatura, senza perdersi in polemiche inutili. Sono altre le priorità su cui il governo e la maggioranza devono continuare a concentrarsi, certo confrontandosi col Parlamento, ma senza perdersi nelle beghe di palazzo che non interessano ai siciliani che guardano ai riscontri dei fatti concreti”, aggiunge Savarino.

Ore 18.00: “Non c’è alcuna crisi nella coalizione del governo regionale. Nel dibattito in aula è emerso chiaramente che gli stessi partiti che hanno voluto Nello Musumeci alla guida della Regione, con la preziosa aggiunta di Attiva Sicilia che si è federata con DiventeràBellissima, lo sosterranno con convinzione nell’importante percorso che ci attende fino al termine della legislatura”.

Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, aggiungendo: “Così come ha sottolineato il presidente della Regione nell’agenda politica e amministrativa ci sono temi fondamentali come la riprogrammazione dei fondi europei e il Pnrr, rispetto al quale il governo regionale ha garantito la propria disponibilità a rendere partecipi le commissioni dell’Ars del lavoro di tutti i Dipartimenti coinvolti. Si lavori ora per definire le riforme bloccate come quelle su rifiuti, consorzi di bonifica, commercio, forestali e polizia locale, facendo pure fronte comune sul tema della continuità territoriale che spetta alla Sicilia”.

Ore 17.55: “Il patto stipulato tra Musumeci e la coalizione del centrodestra non è mai stato tradito ma non prevedeva il rinnovo ne tacito ne espresso, questo lo discuteremo al momento opportuno. Certamente in questo non ci faremo condizionare da notai romani. Ha avuto a disposizione una pattuglia di assessori di tutto rispetto, che mai si sono tirati indietro”. Così il capogruppo di Forza Italia, Tommaso Calderone, nel suo intervento all’Ars rivolgendosi al governatore dell’Isola Nello Musumeci.

Ore 17.50: “Una seduta d’aula, su una crisi inesistente, forse necessaria, ma che rischia di essere inutile se non ne consegue nulla. Musumeci ha parlato di riforme e di fondi europei da programmare, ma potrebbe essere troppo tardi e, se il Presidente non vuole limitarsi ad una mera enunciazione, chieda al Parlamento di collaborare. Lo faccia con convinzione, come abbiamo fatto per la Finanziaria per l’emergenza Covid”, ha detto Nicola D’Agostino Capogruppo SF-IV.

Ore 17. 26: Le Opposizioni di Palazzo dei Normanni al contrattacco in aula dopo l’intervento del governatore Nello Musumeci.

Presidente la verità è che lei ha fatto tutto da solo, e da solo si è cacciato nel baratro. Si dimetta, e torniamo al voto”, ha detto il capogruppo del Misto, Danilo Lo Giudice di Sicilia Vera, il movimento di Cateno De Luca, che ha “prenotato” una sala di Palazzo dei Normanni per ufficializzare, martedì prossimo, in conferenza stampa la sua candidatura alla presidenza della Regione alle elezioni d’autunno.

Oggi Musumeci ha fatto una lista di cose che avrebbe già dovuto fare negli ultimi anni e non ha fatto.
Ha parlato di una crisi nella quale ha fatto tutto da solo: lui si è indignato per il pessimo risultato personale nella vicenda dei Grandi elettori; lui ha annunciato una crisi e poi lui ha detto che non c’era alcuna crisi; lui ha annunciato un rimpasto in Giunta e lui non ha fatto alcun rimpasto. Insomma, come si dice, non c’è stato niente”, ha aggiunto Lo Giudice.

Ore 17. 20: Anche Nuccio Di Paola, capogruppo del M5s, ha sollecitato Musumeci a dimettersi, mentre Claudio Fava di Centopassi ed Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd hanno ricordato che il governatore, dopo l’esito del voto per i grandi elettori del Capo dello Stato, ha apostrofato i deputati come “scappati di casa, sciagurati e traditori”.

Siamo ai titoli di coda del governo Musumeci e di una legislatura partita male e finita peggio. Con un governo che si tiene in piedi dopo fratture clamorose rispetto alla coalizione presentata agli elettori, come quella del sindaco di Messina, e una compravendita di parlamentari mai vista nella storia del Parlamento siciliano. La coalizione non c’è più e riteniamo illegittima l’attuale composizione della stessa giunta di governo- ha proseguito Barbagallo – per violazione del principio della parità di genere. Questo governo è ultimo in classifica nelle regioni italiane per presenza di donne: a marzo si terrà l’udienza di discussione di al Tar di fronte a cui abbiamo presentato ricorso”.

Ore 17. 15: Interviene il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo: “Lei ha deciso di fare come lo struzzo, nascondere la testa sotto la sabbia, facendo finta di nulla: la sua maggioranza non è in grado di andare avanti neppure di un centimetro, sta nascondendo la crisi come si nasconde la polvere sotto il tappeto. Lei non vuole o non è in grado di affrontare i nodi veri: questo governo è già all’immobilismo e al capolinea. Lei questa sera ha confermato ancora una volta col suo discorso deludente e inconcludente di non essere in sintonia neppure con una sparuta minoranza di siciliani. E questa mancanza di sintonia è dimostrato dal fatto che lei non ha votato neppure il presidente Mattarella”.

Ore 16.55 : L’intervento del Presidente Musumeci è concluso, il Presidente dell’Ars Miccichè introduce la discussione, interrotto però in Aula dall’onorevole Nello Di Pasquale del Pd, contrario sul regolamento condiviso dalla conferenza dei capigruppo che prevede 10 minuti di intervento per ognuno dei capigruppo in Aula e non degli altri

Ore 16.54: “Quest’aula è stata teatro nel tempo di sgambetti e congiure ordite contro gli uomini di governo. Tutti metodi non edificanti ma quasi fisiologici nel rapporto tra governo e Parlamento. Quel pomeriggio però (il giorno del voto dei tre grandi elettori per il Capo dello Stato), l’aula era chiamata non a un voto programmatico ma a un voto istituzionale e quel voto ha costituito un’offesa non alla mia modesta persona ma all’istituzione che rappresento per il popolo siciliano”. Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel suo intervento all’Ars. “Comprensibile quindi la mia amarezza e la mia ferma condanna, che ribadisco anche ora, verso gli autori che hanno agito con rancore e spirito di vendetta, forse a seguito di qualche mio no a qualche richiesta di natura politica ma dal mio punto di vista non ricevibile”, ha aggiunto.

Ore 16.53: “Mancano solo sette mesi alla presentazione delle liste regionali e circa due mesi alla formalizzazione delle candidature per le amministrative, compresa Palermo: certamente un lasso di tempo non ampio ma a volte l’avarizia del calendario può essere neutralizzata dall’impegno e dalla passione di ciascuno di noi. Saranno mesi di intenso lavoro per tutti. Dovremmo sperare di trovare il tempo per affrontare leggi di riforma, come quella dei rifiuti, dei consorzi di bonifica, della forestale: alcuni di questi disegni di legge sono stati licenziati dalle commissioni di merito, da parte del governo si ribadisce la massima e doverosa disponibilità e sono convinto che ognuno di noi farà la propria parte”. Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, concludendo il suo intervento all’Ars sulla situazione politica nella coalizione.

Ore 16.52: “Sarebbe da ipocrita negare che in questa legislatura non ci siano state fibrillazioni tra l’Assemblea e il governo, degenerate a volte in pregiudizio ideologico da parte delle opposizioni e non solo, e in qualche caso un pregiudizio personale”. Il governatore ha sostenuto che questo conflitto istituzionale ha radici antiche, a partire dal 2001 con l’elezione diretta del presidente della Regione siciliana.

Ore 16. 51: “Il voto anomalo espresso in quest’aula è stato frutto di una autonoma iniziativa o esprime un disagio verso un governo che non appare più rappresentativo della maggioranza? O esprime un segnale di insofferenza verso chi presiede questo governo e quindi se ci sono le condizioni per continuare? E’ da qui che è partita la verifica di governo con i partiti, offrendo loro la possibilità anche di azzerare la giunta, di modificarla o anche di tirarsi fuori. Da parte mia non un segno di sfiducia verso gli assessori, il mio è stato un gesto di rispetto verso le forze politiche del centrodestra. La verifica dopo avere parlato con i vertici della coalizione ha portato un risultato: nessuno ha chiesto la sostituzione della propria rappresentanza in giunta e tutti hanno detto di volere lavorare fino all’ultimo giorno della legislatura. Ne ho preso atto con piacere: quel voto dunque non è stato frutto di scelte politiche dei partiti”. Così il governatore Nello Musumeci, parlando all’Ars dove è in corso il dibattito, richiesto dalle opposizioni, dopo che il presidente aveva ipotizzato l’azzeramento della giunta alla luce del voto per i grandi elettori del Capo dello Stato.

Ore 16.50: “È necessario fare chiarezza su alcuni temi, a partire dalla ricandidatura del presidente della Regione”. Un passaggio che “non riguarda questa Assemblea, ma i partiti del centrodestra e sarà affrontato nei tempi e nei luoghi opportuni”. Ad assicurarlo è stato il governatore siciliano, Nello MUSUMECI, nel suo intervento che sta pronunciando davanti ai deputati del Parlamento regionale.

Ore 16.45: “Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo il programma sarà elaborato nel rispetto del regolamento comunitario istitutivo, declinato nei 5 assi di intervento, a loro volta articolati in vari obiettivi specifici. Per fare degli esempi, primo l’occupazione, sostenendo l’impegno per una politica attiva nel mercato del lavoro, tra cui gli incentivi temporanei all’assunzione e alla transizione, politiche in materia di competenza e servizi per l’impiego, favorire l’occupabilità per quella popolazione in età lavorativa. Punto due istruzione e formazione: abbattere i tassi di dispersione scolastica, valorizzando il capitale umano, indirizzando le nostre donne e i nostri uomini verso un futuro più adeguato a loro”

Ore 16.37: “Noi riteniamo che lo schema di disegno di legge di bilancio e di stabilità non possano essere pronti per la giunta prima del 30 di marzo.Tempo sufficientemente utile per affrontare gli altri due temi importanti di questo fine legislatura, il Pnrr e la programmazione comunitaria”

Ore 16.34: “Quel pomeriggio non si votava per un atto programmatico ma era un voto dal valore istituzionale, quello dei tre grandi elettori del capo dello Stato. Quel voto non è stata un’offesa alla mia persona, ma un’offesa all’istituzione che rappresenta la mia persona, ricoperta per volere dei cittadini”. Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel corso della sua relazione all’Assemblea Regionale Siciliana, parlando dell’elezione dei tre grandi elettori del capo dello Stato. Votazione nella quale Musumeci è arrivato terzo, alle spalle del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, e del grillino Nuccio Di Paola.

Ore 16.30: “Nessun governo regionale ha stabilità come questo, non solo in termini di ininterrotta attività di governo senza mai un giorno di crisi, ma anche in termini assessoriale e dirigenziale. Sarebbe da ipocrita per me negare che si siano registrate fibrillazioni tra Assemblea e governo, degenerate in pregiudizio ideologico da parte delle opposizioni, ma non solo delle opposizioni”

Ore 16.27: “Nessun partito ha chiesto di sostituire la propria rappresentanza in giunta e tutti i partiti hanno manifestato intenzione di lavorare in questo governo fino all’ultimo giorno della legislatura. Ne ho preso atto con piacere”.

Ore 16.24: “La giunta andava azzerata se il giorno dopo avessimo avuto l’esito delle forze politiche. Da parte mia non un gesto di sfiducia verso la squadra di assessori ma un gesto di rispetto verso le forze politiche del centrodestra”.

Ore 16.16: “Quel pomeriggio non si votava per un atto programmatico ma era un voto dal valore istituzionale, quello dei tre grandi elettori del capo dello Stato. Quel voto non è stata un’offesa alla mia persona, ma un’offesa all’istituzione che rappresenta la mia persona, ricoperta per volere dei cittadini”. Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel corso della sua relazione all’Assemblea Regionale Siciliana, parlando dell’elezione dei tre grandi elettori del capo dello Stato. Votazione nella quale Musumeci è arrivato terzo, alle spalle del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, e del grillino Nuccio Di Paola.

Ore 16.15 il Presidente Musumeci inizia a parlare in aula.

 

 

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