“È essenziale e assolutamente necessario. Ma se sia possibile non lo so, è una domanda troppo difficile perché ho visto cose troppe difficili in questi anni. Lasciamo questa domanda alla coscienza dei tanti che sanno la verità”. Così Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino, alla domanda dei giornalisti se sia necessario un ‘pentito di Stato‘ per sapere la verità sulla strage di via D’Amelio, in cui perse la vita suo fratello insieme agli uomini della scorta.
Rita Borsellino era presente nella sede del Centro Studi Paolo Borsellino, per la presentazione del programma di eventi commemorativi per ricordare le vittime della strage nella ricorrenza dell’anniversario, il prossimo 19 luglio. Sul fatto che sua nipote Fiammetta Borsellino (intervistata in esclusiva da ilSicilia.it) sarà audita dalla Commissione regionale antimafia, dice: “Sono molto contenta che Fiammetta abbia preso questa situazione in mano e abbia trovato la forza e il coraggio, che non sono facili. Seguo con grande attenzione quello che mia nipote dice e sono perfettamente d’accordo con lei“.
Di tutt’altro avviso invece il fratello, Salvatore Borsellino, che ha pubblicamente preso le distanze dalle parole di Fiammetta che accusò nei giorni scorsi i vari pm che gestirono il falso pentito Scarantino (Anna Maria Palma, Carmelo Petralia, Nino Di Matteo). In particolar modo sulle accuse a Nino Di Matteo, Salvatore Borsellino ha chiesto “scusa per le accuse di un rappresentante della mia famiglia, sul depistaggio di Scarantino. Sono sicuro che per quel depistaggio sono altri i magistrati che debbono essere portati a processo. Quindi ti chiedo scusa per le amarezze che ti hanno portato queste incaute affermazioni che sono state fatte da membri della mia famiglia. So che queste amarezze ti hanno portato a declinare l’invito per presentare un libro scritto da ragazzi del movimento Agende Rosse in via d’Amelio. Spero che tu riesca a superare queste remore. Nino noi abbiamo bisogno di te“. Il video in basso:
Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia, è stata convocata dalla Commissione speciale dell’Ars, guidata da Claudio Fava, in seguito alla sentenza del processo ‘Borsellino quater‘, nella cui motivazione si legge che le false dichiarazioni sulla strage hanno dato vita a “uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”.
IL PM TERESI: “FATTI DI 26 ANNI FA SONO LA GENESI STORTURE DI OGGI”
“Ventisei anni fa e anche negli anni seguenti – aggiunge Teresi, pubblico ministero nel processo sulla Trattativa – c’erano le condizioni, c’era la possibilità di andare veramente fino in fondo, ma una parte di alcune delle istituzioni, che hanno tradito, purtroppo per molti anni hanno avuto la meglio. Sono, quindi, prevalsi l’oblio, il depistaggio, il tentativo di mettere tutti a tacere e, soprattutto, di consegnare questi fatti agli storici anziché alle cronache quotidiane. I fatti di 26 anni fa sono la genesi delle storture di oggi”. E a proposito del fatto che Fiammetta, verrà audita dalla Commissione regionale antimafia, dice: “Siamo in un gravissimo ritardo. Le istituzioni, la Regione, lo Stato, avrebbero dovuto indagare nel ’93, ’94, ’95 perché era evidente che c’era qualche cosa di poco chiaro nelle motivazioni della strage di via D’Amelio, così come in quella di Capaci. Oggi speriamo di riuscire a colmare questo ritardo”.
“Dubito fortemente che si possa restare venti, trenta, quarant’anni latitanti senza godere di coperture importanti a livello anche di istituzioni deviate in qualche maniera. Sono certo che di queste coperture Matteo Messina Denaro ne abbia godute e, forse, purtroppo continua ad averle”, ha concluso.
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