Aurelio Angelini, esperto per le politiche ambientali del presidente della Regione Musumeci vede ancora dei margini di ripresa nel settore della gestione dei rifiuti e prova a leggere le criticità del settore rifiuti in Sicilia in maniera neutra, disinnescando pregiudizi e luoghi comuni consolidati: “La Regione deve svolgere le funzioni di regolare, attraverso la pianificazione, la gestione dei rifiuti, al momento affidata alle SRR che hanno la “mission” di gestire i rifiuti, dotandosi di impianti”.
Un sistema che si è disintegrato dall’interno in un reticolato complesso di livelli sovrapposti, al cui interno risulta difficile attribuire compiti, responsabilità e colpe. Per Angelini i piani del discorso sono diversi: “Il disordine a cui assistiamo ha fatto in modo che uno dei tasselli della gestione dei rifiuti da smaltimento in Sicilia è stata demandata interamente o quasi a soggetti privati. Tra gli impianti che bisogna realizzare per il futuro quello che non dovrebbe essere demandato a soggetti privati è proprio la discarica. A riprova di ciò nel piano stralcio approvato dalla Regione e che è vigente, devono essere realizzate pubbliche. Questa è la previsione. Un fatto concettuale e di metodo”.
Secondo Angelini sindaci ed enti locali avrebbero dovuto, nella forma associata, dotarsi di un piano industriale che prevedesse la realizzazione degli impianti necessari compresi le discariche.
Intanto, in materia di depurazione parte una gara da quasi 17 milioni di euro per realizzare il nuovo sistema fognario di Catania. E’ stata pubblicata da Invitalia, centrale di committenza per il Commissario Straordinario Unico per la Depurazione Enrico Rolle, la procedura per l’affidamento dei servizi di progettazione definitiva ed esecutiva, la direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza, i servizi di rilievo e le indagini per l’estensione della rete fognaria nel capoluogo etneo.
Sono sette i lotti, per un importo complessivo di 16,7 milioni, che dovranno ridefinire l’attuale sistema fognario di Catania, oggi realizzato solo in minima parte e in grado di servire 70.000 abitanti equivalenti, mentre al termine dei lavori tutti i 545.000 abitanti equivalenti dell’agglomerato saranno allacciati e convogliati alla depurazione. L’agglomerato di Catania è interessato dalla procedura d’infrazione europea per il mancato trattamento delle acque reflue urbane, per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Ue al pagamento di una sanzione pecuniaria. Il progetto dovrà prevedere ulteriori 380 km di condotte fognarie e collettori principali, per arrivare a 627 complessivi. Prevista la realizzazione di 32 stazioni di sollevamento e sedici scaricatori di piena.
Per quanto riguarda il depuratore, che necessita di interventi di adeguamento e ampliamento che saranno oggetto di un’ulteriore procedura di gara in autunno, è in fase di redazione, nell’ambito di una collaborazione con l’Enea, lo studio di fattibilità tecnica ed economica relativo allo scarico e riutilizzo delle acque reflue depurate nell’impianto per l’irrigazione di alcuni comprensori della Piana di Catania. Per gli interventi nell’agglomerato di Catania il Commissario Straordinario si avvale del supporto tecnico-specialistico del Comune, anche per il tramite della sua società in house Sidra Spa.