Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha firmato il decreto riguardante gli interventi per le aree degradate di Messina, che consentiranno il risanamento delle circa 3 mila baracche con 8 mila persone ancora esistenti nelle periferie della Città dello Stretto, e le relative procedure per trasferire poi i residenti delle baracche in altri edifici. Il decreto che impegna le somme consente, a questo punto, di avviare l’attività della neonata Agenzia per il Risanamento della quale è stato nominato presidente l’avvocato Marcello Scurria.
Il sindaco Cateno De Luca ha ribadito il suo ringraziamento a Musumeci e all’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone “per l’impegno sul risanamento e per lo sbaraccamento” e per aver dato prova che “intendono mantenere gli impegni assunti e far recuperare alla comunità di Messina il tempo perduto”. “Con questo atto le somme, 500 mila euro, per l’agenzia non potranno più essere destinate ad altre finalità da parte della Regione siciliana”. Entro venerdì prossimo le somme saranno materialmente trasferite nelle casse comunali.
E De Luca ha incontrato oggi a Palazzo Zanca l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che ha effettuato un blitz in Comune per un’apposita conferenza dei servizi. Nell’occasione c’era anche il responsabile Arpa Sicilia – Servizio Territoriale di Messina, Antonino Marchese; e il direttore generale dell’Asp Messina, Gaetano Sirna. Alla conferenza hanno preso parte il vicesindaco Salvatore Mondello, insieme all’assessore alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore; i deputati regionali Franco De Domenico, Antonio Lo Duca ed Elvira Amata, il cda di Arisme (Agenzia Risanamento Messina) col presidente Marcello Scurria e i componenti Alessia Giorgianni e Giuseppe Aveni.
Nel corso del tavolo tecnico sono state affrontate le problematiche relative all’ordinanza sindacale dello scorso 7 settembre, in merito all’accertamento delle condizioni di rischio sanitario degli ambienti di vita della popolazione insediata nei sette ambiti oggetto di risanamento, con riferimento agli effetti sanitari dei fattori inquinanti ambientali e la necessità di effettuare degli screening medico-sanitari degli abitanti a seguito dell’accertato caso di asbestosi; a tal fine sono stati stabiliti criteri e modalità organizzative e di esecuzione.
“Ringrazio l’assessore Razza per l’immediatezza dell’incontro, ma evidentemente si è compresa la gravità del caso – ha detto De Luca -. La questione, che io ho posto attorno a questo tavolo, è che non si tratta soltanto delle presenze nelle baracche di circa ottomila persone ma in quei luoghi ci sono intere generazioni e quindi la questione riguarda un’entità maggiore. Dopo l’incontro di oggi, considerata la gravità della situazione, le Istituzioni hanno un elemento in più per valutare in termini positivi la nostra richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza e soprattutto mettere a disposizione gli strumenti indispensabili poiché la questione assume una gravità sottovalutata nel tempo. Il piano delle risorse finanziarie è un profilo che non mi preoccupa perché le risorse ci sono, le abbiamo individuate in circa 230 milioni di euro complessivi e abbiamo colto la volontà politica per sbloccarle; probabilmente mancherà ancora qualcosa, ma è ovvio che in questo caso chiediamo allo Stato che finalmente ci dia anche il sostegno economico rispetto a quello che è un atto dovuto, mi permetto di dire, per quanto riguarda la dichiarazione dello stato di calamità”.
L’assessore Razza ha sottolineato: “Oggi abbiamo fatto un ottimo lavoro grazie alla sensibilità del sindaco di Messina De Luca ed è stato individuato il riparto delle competenze. La Regione Siciliana attiverà due linee di intervento. La prima, attraverso l’Arpa, potrà partire subito per il monitoraggio dell’area; la seconda sarà in capo all’Asp per l’elaborazione di un piano straordinario per la città di Messina. Fino ad oggi non era mai accaduto che si prevenisse il rischio amianto per chi non ha lavorato nell’amianto, dedicando attenzione a chi vive in luoghi contaminati. Era stato fatto solo per la città di Biancavilla e per Messina ripeteremo la stessa esperienza con visite ambulatoriali per tutta la popolazione con due camper messi a disposizione dall’Asp sul territorio; il secondo step sarà l’accertamento radiografico per chi dovesse avere qualche sospetto”.
Il Comune di Messina trasmetterà all’Asp il censimento aggiornato alla data dell’1 settembre 2018 di tutti gli occupanti dei manufatti ricadenti nei sette ambiti di risanamento. Il Comune si è inoltre impegnato a mettere a disposizione appositi punti luce all’Arpa per l’effettuazione delle indagini finalizzate alla verifica delle fibre di aminato nell’area. L’Asp Messina, ottenuti i dati di censimento della popolazione da parte del Comune di Messina, si impegnerà in tempi brevi a predisporre un piano di controllo sanitario che prevede il coinvolgimento dei medici di medicina generale per l’identificazione di soggetti a rischio e attivare un processo di screening anche con l’utilizzo di mezzi mobili per sottoporre ad accertamenti sanitari la popolazione delle aree a rischio.
L’Arpa, invece, produrrà un documento integrativo in riscontro all’Ordinanza n. 222 del 7 settembre 2018, andando ad effettuare dei campionamenti a condizione che vengano forniti i punti luce e successivamente i risultati saranno trasmessi all’Amministrazione comunale e all’Asp.