Su mandato del presidente Musumeci, l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone si è recato in ricognizione nei paesi colpiti dall’alluvione della scorsa notte. Già ieri in mattinata i tecnici dell’assessorato avevano compiuto dei sopralluoghi a Scordia, Lentini, Militello. Anche le unità della Protezione civile regionale si sono recate a Palagonia, Mineo e Ramacca.
L’assessore ha fatto visita ai centri di Palagonia e Ramacca, accompagnato dagli amministratori locali, per una prima verifica sul campo dei danni dovuti al grave nubifragio e per concordare i primi interventi a sostegno delle comunità.
È già allo studio del governo Musumeci la dichiarazione dello stato di emergenza ma anche, per dare sostegno al comparto agricolo, dello stato di calamità. Le comunità locali sono state infatti messe in ginocchio da precipitazioni record.
«Nella Giunta di governo di ieri abbiamo affrontato il problema, i nostri uffici stanno procedendo a una ricognizione dei danni a infrastrutture, mezzi, immobili privati, attività produttive. In questo momento – spiega l’assessore Falcone – i Comuni sono impegnati nelle prime attività di ripristino delle condizioni di normalità. Per quanto ci riguarda non trascureremo nulla, ma metteremo in campo ogni utile azione, anche col Governo nazionale, per dare attuazione a tutti gli interventi necessari. L’obiettivo del Governo Musumeci è di non lasciare nessuno da solo».
Coldiretti: in Sicilia incuria gestione territorio
“Va bene la pioggia ma certamente la causa principale di quanto è successo in Sicilia è l’incuria nella gestione del territorio”. Lo afferma il presidente regionale Coldiretti, Francesco Ferreri, all’indomani della devastazione di agrumi, ortaggi, seminativi, strutture causate dallo straripamento del fiume San Leonardo e delle precipitazioni.
“Ancora è presto per una stima – sottolinea – ma basti pensare anche agli investimenti necessari per rimettere in campo i nuovi impianti spazzati via dalla forza dell’acqua per comprenderne l’entità. Il dissesto idrogeologico è una tragedia sotto gli occhi di tutti che deve essere aggredita subito, prima che altri fenomeni atmosferici danneggino ancora di più il territorio. Molte aziende di Catania e Siracusa sono in ginocchio – aggiunge Francesco Ferreri – c’è chi ha perduto anche il 100% della produzione chi fa i conti con i danni strutturali che si presenteranno tra qualche tempo.
Il punto è che tutto questo avviene perché non c’è manutenzione e regna un clima di totale confusione. In alcune parti da oltre mezzo secolo non vengono sistemati gli argini, ci sono aziende che non possono essere raggiunte se non con mezzi adeguati e tutto questo mentre il cambiamenti climatici sono ormai una priorità assoluta. Evidentemente – osserva – i Consorzi di Bonifica non sono in grado di gestire una situazione così complessa e per questo vanno subito adottate delle strategie di tutela che possano ripristinare la sicurezza. Siamo passati da anni di siccità – conclude il presidente Ferreri – a piogge eccessive ma quanta acqua riusciamo a recuperare e trattenere? Niente. Anzi, senza strutture di canalizzazione adeguate si perde tutta. E questo è davvero insostenibile”