È ancora buio pesto per i lavoratori Ksm, l’istituto di vigilanza della famiglia Basile che ha annunciato l’esubero ed il licenziamento di 516 dipendenti, dopo l’incontro di ieri pomeriggio tra i vertici dell’azienda e le organizzazioni sindacali. Nessuna luce si intravede ancora in fondo al tunnel, il confronto tra le parti è rinviato a lunedì 15 maggio. Nel frattempo la Prefettura di Palermo, a seguito delle vertenze in corso e dei recenti scioperi, ha convocato per venerdì 12 maggio un tavolo al fine di tentare di mettere ordine nel far west che regna nel settore.
Non sono emerse novità in merito alla vertenza che riguarda una delle più grandi ed importanti società che effettuano i servizi sia in Sicilia che in tutta Italia. Proprio per la sua rilevanza i sindacalisti della Filcams durante la riunione avevano chiesto la presenza delle segreterie nazionali. Una proposta che ha fatto storcere il naso ai rappresentanti di Ksm e che per il momento è stata accantonata, motivo per cui la Cgil ha ritenuto di non firmare il verbale.
“La Filcams si aspetta che giorno 15 maggio ci sia più informativa e chiarezza da parte dell’azienda alla luce di eventuali accordi che possono scaturire per salvare tutti i livelli occupazionali”, hanno dichiarato il segretario regionale Salvatore Leonardi e quello provinciale di Palermo Monja Caiolo.
Impossibile per i sindacati avanzare soluzioni alternative anche perché non hanno ancora ricevuto dati e documenti esaustivi per una valutazione analitica della situazione.
Secondo Mariana Flauto, segretario generale Uiltucs Sicilia, “il confronto procede, ma sino ad oggi appare difficile effettuare proposte a fronte delle richieste avanzate dall’azienda che prevederebbero sacrifici eccessivi in capo ai lavoratori. Al prossimo incontro già previsto per il 15 auspichiamo che Ksm riveda la propria posizione volta alla ricerca di una mediazione possibile circoscritta ad un arco di tempo limitato a fronte di determinate garanzie per i lavoratori”.
Novità interessanti, invece, potrebbero scaturire dal vertice voluto dalla Prefettura. Oltre alle organizzazioni sindacali e a quelle di categoria, infatti, sono stati chiamati a partecipare anche la Questura, l’Inps, l’Ufficio territoriale del lavoro. La loro presenza lascia presagire la volontà istituzionale di rafforzare i controlli sul sistema della vigilanza ed in particolare sugli appalti che gli istituti si aggiudicano a prezzi inferiori rispetto ai costi necessari per effettuare i servizi.
Per Mimma Calabrò, segretaria regionale di Fisascat Cisl, “le preoccupazioni sono tante e bisogna mettere ordine a tutto il settore. Confidiamo nell’incontro con la Prefettura. Troppe sono le anomalie che insidiano i posti di lavoro nonchè la mancanza di sicurezza per i lavoratori e per la cittadinanza. Non dimentichiamo che si tratta di guardie giurate armate. Quando si fanno le gare al massimo ribasso, che non coprono neanche il costo orario previsto dal contratto nazionale, è chiaro che da qualche parte le aziende devono risparmiare. Alla lunga viene fuori che le aziende implodono, da qui tutti i licenziamenti. Ci auguriamo di trovare soluzioni alternative, ma siamo ancora in alto mare. A Ksm abbiamo chiesto tutta la documentazione opportuna per fare le nostre deduzioni”.