Una settimana fa a Messina, durante la conferenza dei sindaci delle città metropolitane del Sud, abbiamo assistito alla eclatante provocazione della stretta di mano dei consiglieri comunali al Sindaco Bianco, come manifestazione di dissenso nei riguardi del Sindaco Accorinti per il suo comportamento al G7.
Anche noi, ad essere sinceri, avremmo stretto volentieri la mano del Sindaco Bianco, ma non per complimentarci con lui per aver ospitato le first ladies del G7, vicenda di rilievo assolutamente secondario, bensì per un’altra storia che ci piacerebbe raccontarvi.
Stiamo parlando di DEF ed infrastrutture; il contesto è noto, ma repetita iuvant: il Governo Gentiloni l’undici aprile presenta l’allegato “infrastrutture” del Documento Economico Finanziario, in pratica il borderò nel quale sono programmate le opere infrastrutturali strategiche da finanziare nei prossimi anni.
In questo documento, a fronte di ingenti investimenti al Centro-Nord, al Sud vengono destinate le briciole, col sacrificio dei progetti essenziali per la moderna connessione della Sicilia con il Continente europeo. Ed in particolare alcuni dei progetti di maggior interesse per la città metropolitana di Messina, vengono cancellati con un tratto di penna: la tratta ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Salerno-Reggio C. ed il progetto di attraversamento stabile dello Stretto.
La reazione di amministratori e politici messinesi? Silenzio assoluto, con l’eccezione dell’interrogazione parlamentare di Garofalo.
Nello stesso DEF viene anche messo in discussione il finanziamento di 235 milioni per l’allungamento della pista dell’aeroporto di Catania, utile per consentirvi l’atterraggio dei voli intercontinentali; la reazione? apriti cielo!
Il sindaco Bianco si muove in un battibaleno, insieme al management della Società concessionaria dell’aeroporto, per far cambiare idea al Governo, e facendo le giuste pressioni sull’esecutivo e sul Ministro Delrio, ci riesce.
Adesso, è ufficiale, l‘aeroporto di Catania avrà la sua pista per i voli intercontinentali e di conseguenza maggiori opportunità di sviluppo; e di ciò se ne avvantaggerà senz’altro tutta la Sicilia orientale. Questo grazie all’azione politica intelligente del suo Sindaco.
Qual è la morale di questa storia? La vicenda catanese è paradigmatica di come un amministratore, od un rappresentante politico in senso lato, dovrebbe agire nell’interesse della propria città.
Ma, ci dispiace dirlo, di storie simili a questa, a Messina, non riusciamo proprio a raccontarne.
E di questo ci dovremo rammentare alle prossime elezioni.