Naxoslegge continua il percorso di riflessione e approfondimento sul tema del Sacro, a cui dedica, infatti, un’intera sezione della rassegna, non a caso, intitolata “Ierophanie”.
Naxoslegge ha scelto Mircea Eliade, il grande studioso rumeno di Storia delle religioni, come primo “territorio” di indagine, anche in ordine all’ anniversario dei cento dieci anni dalla nascita. Dopo l’intenso incontro realizzato in primavera alla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, in cui sono intervenuti su Eliade l’antropologo Ignazio Buttitta, lo storico delle religioni, Giovanni Casadio e lo scrittore Aurelio Pes, coordinati da Alberto Samonà e Fulvia Toscano, mercoledì 5 luglio, alla Feltrinelli Point di Messina, alle ore 18.30, Naxoslegge propone un secondo importante appuntamento, con la presentazione di un volume che comprende la prima traduzione italiana delle cinque pieces teatrali, scritte da Eliade.
Il volume, edito da Bietti, è curato, sia nella traduzione che nella esaustiva introduzione, dallo studioso rumeno Horia Corneliu Cicortas, che sarà presente all’incontro, cui prenderanno parte, come relatori, la prof.ssa Concetta Giuffrè Scibona, già docente di Storia delle religioni del mondo classico all’Università di Messina, e la prof.essa Auretta Sterrantino, regista e drammaturga e docente presso l’ Accademia dell’ INDA di Siracusa.
L’ incontro si configura di particolare interesse culturale, perché rivela una importante, ma poco nota, parte della produzione eliadiana che, come i romanzi, è stata scritta da Eliade in rumeno, cosa che, tra altre, ha di certo determinato la limitata diffusione di questi testi, la cui peculiarità, come accade per il resto della produzione letteraria dello.studioso, è costituita, in modo più chiaro per gli addetti ai lavori, dal trasferimento sul piano della drammaturgia delle principali.intuizioni e categorie di ordine storico-religioso, proprie del pensiero eliadiano, soprattutto sul rapporto tra sacro e profano.
Ciò rende particolarissime queste prove teatrali di Eliade, per il quale il teatro costituisce una sorta di scena del sacro, in una forma di liturgia soteriologica, che non prescinde da una dimensione metatreale, in cui, cioè, in modo più o meno evidente, il teatro interroga sé stesso e, al contempo, lo spettatore, sulla sua intrinseca finalità rituale. Un libro necessario che, finalmente, restituisce al pubblico italiano una dimensione inedita dell’ universo culturale del grande intellettuale rumeno, consegnando al pubblico del teatro un altro possibile modo di leggere, vivere e interpretare, l’ esperienza della messa in scena.