Anche “Alternativa Popolare” del ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano potrebbe ormai dirigersi verso l’area che può esprimere la candidatura di Nello Musumeci a presidente della Regione nella corsa per Palazzo d’Orleans.
Se da un lato gli alfaniani, ritornando nel centrodestra, puntano a un ruolo di centralità e c’è chi tira lo stesso Alfano per la giacca invitandolo a candidarsi, dall’altra i gruppi dei parlamentari AP nei territori, in particolare a Catania, avrebbero manifestato un apprezzamento pieno verso la candidatura di Musumeci.
Cosa manca dunque per chiudere l’accordo e presentare il leader di #diventeràbellissima come il candidato del centrodestra?
Intanto una presa d’atto definitiva, piena e consapevole da parte di Gianfranco Miccichè. L’ingresso di Alfano nello schieramento di Berlusconi, a suon di lanci di agenzie nazionali e di grancassa, da solo non basta a rincuorare l’orgoglio ferito di Angelino Alfano, che oggi, nel pieno della doppia vigilia elettorale, da qui alle nazionali, non vive la migliore delle sue stagioni. Miccichè, in altre parole, non può neanche godersi ‘la vendetta’ politica del figliol prodigo che torna a casa, ma deve anzi procurare agli stessi nuovi alleati una collocazione che garantisca loro una presenza ambiziosa.
Se poi ci siano o meno riserve personali nei confronti di Musumeci da parte del commissario di Forza Italia in Sicilia, dovranno confrontarsi presto con il “prendere o lasciare” del tempo che passa a cui lo stesso Musumeci presto dovrà ricorrere.
Chi invece non si pronuncia favorevolmente sulla candidatura Musumeci è il gruppo che fa capo a Saverio Romano e Cuffaro.
L’altro gruppo di centro della “destra siciliana” non fa mistero di volere trovare altre posizioni più neutre rispetto a quella di Musumeci, che Cuffaro sconfisse nel 2001. A imbarazzare in fondo entrambi i protagonisti della vicenda, non è tanto il precedente elettorale, quanto l’obiettiva lontananza tra i due mondi. Non solo la provenienza dunque, ma il vero e proprio merito delle questioni.
Riuscirà Miccichè a chiudere in fretta, prenderà tempo o si accorderà con Alfano, che si è mostrato ampiamente possibilista, a convergere su Musumeci con tutto la coalizione?
Il commissario di Forza Italia in Sicilia potrebbe anche non essere innamorato dell’ipotesi Musumeci per la presidenza, ma comprendere da solo che arrovellarsi in così poco tempo alla ricerca di altri nomi, finirebbe con il pregiudicare l’operazione. Un rischio che lui stesso non vuole correre agli occhi di Berlusconi.
A meno che non sia lo stesso Alfano chiamato a guidare l’assalto ai ‘grillini’ e al centro sinistra. Un’ipotesi che il leader di Ap ha sempre guardato con sufficienza, ma che adesso, probabilmente auspicherebbe venisse presa in considerazione.