“La Sicilia viene prima di tutto, non possiamo sacrificare la Sicilia per ragioni di equilibrio politico nazionale. Siamo ad un passo da un accordo che a molti non piace, ma che renderebbe per la prima volta la Sicilia non più a traino, ma locomotiva e protagonista della politica nazionale”.
Lo sottolineano i coordinatori regionali di #Diventeràbellissima Giusi Savarino, Ruggero Razza, Alessandro Aricò.
“In questi mesi – affermano – si è fatta strategia, tecnicismo, ma noi vogliamo parlare delle cose da fare in Sicilia e per la Sicilia. E su questo si che siamo disposti ad aprire il confronto con chiunque. In questi mesi incontrando la gente in giro per i nostri paesi,nelle feste delle idee, attraverso la nostra app e i social, abbiamo raccolto le idee migliori dei siciliani per rigenerare questa terra. Abbiamo indicato delle priorità, lavoro per i nostri ragazzi, sviluppo e agevolazioni alle imprese, più risorse umane ed economiche per una sanità migliore per tutti, meno burocrazia per chi vuole investire, sblocco degli appalti, migliore programmazione turistica e culturale, tutela della nostra filiera agricola, energia alternativa e pulita, piano per i rifiuti e l’ambiente, una formazione che tenga conto degli sbocchi professionali, tutelando i lavoratori. E tanto, tanto altro ancora”.
“Per questo vogliamo Musumeci Presidente, perché è garanzia che quel programma può attuarlo, nessun altro è mai stato proposto che avesse la sua solidità, la sua capacità amministrativa, la sua onestà e serietà. Lo dicono tutti i sondaggi, e cosa più importante, lo chiedono i siciliani”.
“Siamo noi a chiedergli di candidarsi a presidente della Regione, siamo noi a proporre un progetto di rinascita della Sicilia a chiunque voglia essere protagonista di un cambiamento per questa terra. Le forze alternative a Crocetta e al pd non possono restare sorde a questo appello. Non ce ne saranno altri. Noi andiamo avanti, dopo la finta rivoluzione abbiamo il dovere di dare certezze ai siciliani. Non si può aspettare, siamo ad un paio di mesi da elezioni che segneranno o una svolta o il fallimento della Sicilia, chi si defila ora si assume la responsabilità del fallimento, non solo agli occhi della politica, ma soprattutto agli occhi dei siciliani amareggiati che cercano in noi una speranza di riscatto”.
E concludono: “Le ricostruzioni giornalistiche più o meno fantasiose di incontri, di cose dette o non dette, di promesse strappate o non, di paletti posti o no, lasciamolo ai teatrini della politica, per una volta, per questa volta pensiamo alla Sicilia e al bene dei siciliani”.