Nel discorso agli ateniesi di Pericle (461 a.c.), leggiamo che quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento… Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Il discorso di Pericle scritto molti secoli prima della venuta di Cristo, ci fa riflettere sull’attuale impegno politico di molti nostri amici che si rendono disponibili per servire lo Stato.
Il primo interrogativo che mi pongo è se veramente le nostre consultazioni elettorali, soprattutto locali, sono veramente libere. Ho l’impressione, ma sarei felice di essere smentito, che ancor prima delle consultazioni, in base alle alleanze e al clan parentale, si stabilisce se una determinata lista può essere vincente o no. Non esiste il voto libero o di coscienza. Spesso siamo costretti a votare per una determinata persona perché parente, perché mi ha fatto un favore, perché è un amico, anche se spesso non vale niente o è incapace. Più grave ancora quando siamo costretti a esprimere la nostra preferenza con accoppiamenti strani, in modo da certificare il voto, e a scrutinio terminato vi è la verifica del supervisore o garante di turno.
L’altro interrogativo che mi pongo è in che modo vengono scelti i candidati, Pericle dice quando si distingue, non come un privilegio, non come una ricompensa… altri tempi! ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Chiamati a servire lo Stato nobile vocazione, molti sono i chiamati, ma quanti servono lo Stato in maniera veramente disinteressata? Nei programmi elettorali leggiamo buoni propositi, impegno, onestà, opere da realizzare, che però presto vengono dimenticati e nel corso del mandato istituzionale soltanto pochissime opere o propositi si realizzano. Nei programmi elettorali, viene tanto decantata la democrazia, la partecipazione, il coinvolgimento popolare, solo parole…! Poi decide da solo il capo con pochissimi fidati.
Bisogna saper accettare le critiche, spesso chi critica o pensa diversamente da te non è il nemico, bisogna saper accettare i suggerimenti, avere il coraggio di riconoscere i propri errori, i propri limiti, ma soprattutto governare in maniera democratica, senza nulla nascondere e coinvolgendo gli elettori nel governo della Comunità locale. Un altro aspetto triste è quando un candidato passa da un gruppo politico ad un altro gruppo. Eletto per una determinata lista, passa ad altra lista politica per pura convenienza, uomini senza dignità e pudore.
L’opposizione, che spesso si reputa perdente, ha un compito importantissimo e determinante, a condizione che esplichi bene il suo mandato soprattutto con serietà e impegno. Il ruolo dell’opposizione non è marginale, ha un ruolo importantissimo di verifica e azione propositiva; può veramente governare con la maggioranza, migliorando se necessario tutte le proposte del Consiglio Comunale. Questa è democrazia, ma spesso l’opposizione si demotiva e raramente partecipa ai Consigli Comunali, tradendo i propri elettori. Io mi auguro che tutti noi possiamo attingere dal passato, per poter vivere meglio il presente e costruire insieme il futuro.