Al termine di un periodo di trattativa tra i due Gruppi, nella serata di ieri, UniCredit e Dorotheum hanno sottoscritto un accordo preliminare vincolante per la cessione delle attività di credito su pegno in Italia. Secondo l’azienda l’operazione rientra nella strategia di UniCredit di valorizzazione degli asset non strategici e coinvolge complessivamente circa 175 dipendenti operanti in 35 filiali distribuite su tutto il territorio italiano.
Il Sindacato non ci sta e promette battaglia. “Siamo all’ennesima esternalizzazione dopo gli impegni presi in sede di accordo sul piano industriale che escludevano tali operazioni fino a tutto il 2019″, affermano Giuseppe Angelini (FABI), Gabriele Urzì (FIRST Cisl), Elia Randazzo (Fisac Cgil), Salvatore Li Castri (UILCA) e Giuseppe Di Giacinto ( Unisin). “Operazione che osteggeremo con tutti i mezzi possibili – aggiungono – perché oltre a mettere a rischio il futuro e le professionalità di 60 lavoratori siciliani, priva la Regione Sicilia di uno strumento indispensabile che garantisce un ruolo sociale e un facile accesso al credito da parte, non soltanto come erroneamente si pensa di una parte del ceto sociale meno abbiente, ma anche di clientela medio alta magari in momentanea situazione di difficoltà”.
“La miopia strategica di Unicredit sta raggiungendo livelli non più tollerabili e nei prossimi giorni – concludono i sindacalisti – organizzeremo azioni eclatanti per contrastare l’ulteriore impoverimento di una banca che aveva raccolto la gloriosa eredità del Banco di Sicilia e della Sicilcassa e la sta dilapidando”.
La Dorotheum è una delle principali case d’aste in Europa Continentale e ha nel business del credito su pegno una delle sue attività principali, di cui è leader in territorio austriaco (con il 90% della quota di mercato ed una trentina di filiali); con la nuova operazione, che dovrebbe perfezionarsi entro il primo semestre 2018, intende espandere la propria relativa operatività in Italia.