Il sindaco del Comune di Cinisi, Gianni Palazzolo, ha dichiarato di voler dedicare la sottoscrizione del protocollo per la legalità siglato con il prefetto di Palermo, Antonella De Miro al brigadiere dei Carabinieri Guerrino Miglioranzi, medaglia d’argento al Valor Militare alla Memoria, assassinato per mano mafiosa a Cinisi la sera del 16 aprile 1945 all’età di appena 21 anni.
“Il protocollo – ha detto il sindaco – non ha un semplice valore formale ma incide concretamente nella lotta alla criminalità organizzata perché ne colpisce significativamente la sfera patrimoniale”.
Il protocollo mira a sottoporre ad un rafforzato controllo antimafia gli appalti pubblici anche di importo inferiore alla soglia comunitaria, nonché tutte le concessioni edilizie a titolo speculativo e le correlate opere di urbanizzazione. Inoltre, nell’ottica di colpire i mafiosi nei propri interessi economici, il sindaco ha proposto al Prefetto “la sottoscrizione di un ulteriore Protocollo di intesa con i comuni ed Equitalia, per agevolare il recupero dei crediti erariali conseguenti alle sentenze risarcitorie divenute esecutive nei confronti dei soggetti condannati per mafia nei processi in cui gli enti si sono costituiti parte civile”. Soltanto il comune di Cinisi è, ad esempio, creditore di circa 140.000 euro.
Il Prefetto ha espresso “plauso ed apprezzamento per le parole e le molto importanti considerazioni svolte con partecipata emozione dal sindaco” che, ha precisato, costituiscono “testimonianza di un significativo impegno istituzionale, espressione di una Sicilia e di una terra che vuole voltare pagina ed affermare il proprio riscatto anche morale”. Il Prefetto ha assicurato che lo Stato “è e sarà sempre vicino agli enti locali, ai sindaci, agli amministratori che vogliono intraprendere percorsi di legalità e trasparenza e che è e sarà sempre vicino ai sindaci che vogliono promuovere azioni concrete contro la mafia, contro la l’illegalità e la corruzione”. Al protocollo ha aderito anche il comune di Borgetto sciolto per infiltrazioni mafiose e in atto gestito da una commissione straordinaria, composta dal vice Prefetto Giuseppina Di Dio Datola, dal vice prefetto Rosaria Mancuso e dal funzionario Silvana Fascianella, cui il Prefetto ha rivolto parole di “vivo apprezzamento per l’impegno ed il sacrificio espressi nel portare avanti l’azione di risanamento dell’Ente, reso più difficile dalla situazione di grave criticità esistente nell’apparato burocratico amministrativo”.
In forza del Protocollo, saranno controllati con il sistema più rigoroso delle informazioni antimafia tutti gli appalti che si collocano al di sotto della soglia comunitaria, fissata in 5.225.000 euro per gli appalti di lavori, 209.000.000 euro per gli appalti ordinari di servizi, 750.000.000 euro per gli appalti di servizi sociali. Sugli appalti sarà esercitato una attenta verifica dell’adempimento degli obblighi retributivi e contributivi e da parte delle imprese aggiudicatarie e da parte delle imprese subappaltatrici, nonché una parimenti attenta verifica del rispetto della sicurezza e condizioni di lavori delle maestranze impiegate, salute e tutela dell’ambiente. I Comuni si impegnano a richiedere alla Prefettura le informazioni per tutti gli interventi in edilizia che superano i 5 mila metri cubi ed anche per quelli attinenti attività produttive ed insediamenti in aree industriali ed artigianali.