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Da tempo, Palermo è attraversata dalla crisi sociale ed economica, aggravata dall’emergenza sanitaria da Covid 19 che ha paralizzato il tessuto produttivo del capoluogo siciliano.
Ai lavoratori e alle imprese servono certezze, programmi per un “progetto industriale della città” concretamente funzionale alla ripresa che permetta superare la regressione e l’arretramento, come ha sottolineato Mario Ridulfo, segretario generale della Cigil- Palermo, rilanciando quei settori capaci di creare occupazione nuova e qualificata.
Nel corso dell’intervista all’esponente della Confederazione Generale Italiana del Lavoro sono stati affrontati temi sociali che ultimamente hanno mobilitato lavoratori e sindacati, da ultimo lo sblocco dei licenziamenti.
E partiamo dalle novità di Palazzo Chigi: il Governo Draghi ha incontrato le parti sociali, e tra queste il sindacato Cgil, per siglare l’intesa sul superamento del blocco licenziamenti che interesserà tutti i settori produttivi, tranne che il comparto della moda, e in particolare per il tessile e il calzaturiero.
Il negoziato rappresenta un primo passo importante dopo la mobilitazione di alcuni giorni fa, per la tutela dei lavoratori, i primi a soffrire della crisi pandemica che ha messo in ginocchio l’economia italiana. “Un punto di mediazione di interessi diversi, quelli del mondo delle imprese e quelli dei lavoratori, che hanno vissuto sulla propria pelle la terribile fase della pandemia. L’Italia ha resistito, perché lavoratrici e lavoratori hanno continuato a garantire servizi pubblici in tuti i campi. Importante è che la ripartenza avvenga con un consenso sociale, una pace sociale, attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti che possano garantire le categorie più fragili e maggiormente colpiti dalla crisi”, ha detto il segretario della Cgil Palermo, Mario Ridulfo.
E se parliamo dei comparti danneggiati dalla pandemia “Penso al settore dei trasporti, a quello della ristorazione e del turismo”, linfa vitale per l’economia palermitana.
“La ripartenza – ha aggiunto Mario Ridulfo – deve investire nel lavoro attraverso nuove politiche attive che reinserisca lavoratrici e lavoratori che rischiano di essere licenziati da imprese che oggi sono in difficoltà perché hanno perso pezzi e quote di mercato, quindi hanno bisogno di essere immessi nel circuito produttivo”.
Infatti, l’accordo raggiunto alla fine del tavolo di confronto tra politica e sindacati raccomanda, comunque, ai datori di lavoro di fare ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali e di applicare le politiche attive prima di disporre la risoluzione dei rapporti di lavoro. E tra gli strumenti che la legislazione vigente mette a disposizione delle imprese vanno garantiti, prima di tutto, la cassa integrazione, i contratti di solidarietà difensivi ed espansivi e gli accordi di riduzione o rimodulazione dell’orario di lavoro.
E tornando alle criticità della Città Metropolitana di Palermo che “Vive da tempo in una condizione di difficoltà e di crisi profonde, già nel 2008. Quando dico Palermo, penso a tutto il territorio provinciale: penso alla crisi della Fiat di Termini Imerese, la crisi delle aree industriali, ma anche a quel pezzo di apparato produttivo legato ai servizi pubblici. La città di Palermo – ha sottolineato il segretario della Cgil Palermo – va ripensata ed in questa fase abbiamo interloquito con le Istituzioni, anche se non ci sono stati risultati. Le condizioni del Comune di Palermo sono peggiorate: servizi pubblici, trasporti, raccolta dei rifiuti, la vicenda delle bare”
A parte il rilancio delle politiche industriali green, del turismo e della cultura, serve favorire in modo costante l’incontro tra la città e il porto, annoverato tra le più importanti realtà del motore economico del territorio in cui operano molteplici professionalità. Infatti “La nota positiva rimane l’autorità portuale, abbiamo registrato grandi avanzamenti, è l’elemento di speranza per riconnettere il porto con i cantieri navali e quindi con l’apparato produttivo, importante per questa città che si proietta sul Mediterraneo”.
Anche il mondo dell’Università va guardato in termini di riqualificazione dell’area palermitana “Non solo luogo di formazione, ma anche di competenze utili alla missione produttiva e per il futuro della città. Luogo dove si sviluppino start up e connessione di competenze. E spero che il nuovo rettore, chiunque sia, condivida questa visione. Auspico una città vivibile e spesso c’è stato uno iato tra la città e i suoi cittadini, perché spesso il rapporto tra Palermo e i palermitani è stato amore-odio. Dobbiamo provare – ha concluso Ridulfo – a ricostruire una connessione profonda affinché i palermitani possano innamorarsi della propria città e che la città possa ricambiare”.