Il tutto è stato scoperto dai Carabinieri in seguito a dei controlli e decreti di perquisizione domiciliari e personali emessi dalla Procura siracusana nei confronti di 24 indagati.
Di questi, 8 (2 titolari d’azienda e 6 “caporali”) sono ritenuti responsabili, a vario titolo, in concorso tra loro di sfruttamento del lavoro, il cosiddetto caporalato, ai danni di 27 lavoratori in nero (di cui ben 16 percepivano indebitamente anche il reddito di cittadinanza, anch’essi indagati).
L’indagine è stata avviata nel mese di dicembre del 2021, supportata da una complessa operazione fatta di intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese video, che hanno portato all’individuazione di una società con sede nel comune di Francofonte che esternalizzava le proprie attività produttive.
Nel corso delle indagini, i militari hanno accertato che 16 percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, tutti ora denunciati per truffa.
Inoltre presso le loro abitazioni sono state trovate attrezzature, pinze, spray di vernice e, dettaglio di non poco conto, quaderni e agendine che riportavano scrupolosamente i turni di lavoro giornaliero, anche festivo e notturno, per non meno di 10 ore al giorno, a fronte di una paga mensile tra i 100 e 200 euro al mese, nonché le consegne dei materiali e i movimenti in entrata e in uscita di quei grossi e numerosi sacchi che non potevano passare inosservati agli uomini dell’Arma.