La XIX legislatura ha preso vita “soltanto” la scorsa settimana con l’elezione del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e della Camera, Lorenzo Fontana, ma nel centrodestra sono già affiorati i primi malumori.
COSA E’ SUCCESSO IN QUESTI GIORNI
Tra il “Vaffa” a Ignazio La Russa e gli scatti rubati ai suoi appunti, giovedì è stato il “Berlusconi day”. Proprio il primo dei passaggi istituzionali ha creato un vero e proprio terremoto nel centrodestra, spaccandolo in due: da un lato la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dall’altro il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. L’elezione di La Russa non sarebbe stata molto gradita dal Cavaliere che sarebbe alquanto indispettito dal poco peso che il suo partito ricoprirebbe nella formazione del nuovo Governo. La frattura avrebbe in realtà delle origini più profonde.
“Un comportamento supponente, prepotente, arrogante e offensivo. Nessuna disponibilità al cambiamento. È una con cui non si può andare d’accordo”. E’ questa la descrizione che Berlusconi ha fatto di Giorgia Meloni, depennando l’aggettivo “ridicola”. La risposta al veleno della Meloni, incalzata dai giornalisti, non è tardata ad arrivare: “Mi pare che tra quegli appunti mancasse un punto e cioè non ricattabile”. Il riferimento sembra proprio andare sulla questione spinosa del toto-ministri.
A Forza Italia, secondo le indiscrezioni trapelate, spetterebbero 4 o 5 ministeri, e si fa sempre più insistente il nome di Antonio Tajani come vicepremier. L’ex Presidente del Parlamento Europeo sembra l’unico, quasi certo, che siederà nel nuovo Governo. Più volte, infatti, era stato accostato alla Giustizia o agli Esteri. Altri nomi, tra i papabili ad una poltrona sono: l’ex presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Maurizio Gasparri, Annamaria Bernini e Paolo Sisto. Il nodo però sarebbe sul nome di un’altra fedelissima: Licia Ronzulli. Proprio sulla senatrice, Berlusconi non avrebbe fatto alcun passo indietro, proponendola su più versanti (Scuola, Salute o l’Assistenza agli Anziani), incassando però sempre il “no” secco di Meloni.
ATTESA PER L’INCONTRO DI OGGI
Una frattura che sembra insanabile ma su cui in queste ultime ore si sta cercando di mettere una pezza. Oggi pomeriggio i due leader si incontreranno per siglare una tregua. Il faccia a faccia è previsto intorno le 16, negli uffici di FdI. L’auspicio, da entrambe le parti, è quello di un epilogo diverso rispetto all’incontro di giovedì scorso alla Camera.
Intanto, rispetto ai giorni scorsi, sembra che il clima si sia stemperato. Il merito va a Gianni Letta, che ieri è stato ad Arcore, e sta lavorando sull’asse con il nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Un punto di caduta potrebbe trovarsi sulla Giustizia. Meloni per quel posto pensa da tempo all’ex magistrato Carlo Nordio. Ma, secondo varie ricostruzioni, ci sarebbero margini di trattativa. Un ruolo determinate sarebbe stato volto anche dai due figli di Berlusconi, Marina e Pier Silvio, che avrebbero richiesto al padre di “fermarsi”. L’appello è arrivato dopo i fatti sopraelencati che hanno portato il centrodestra a un passo dall’implosione.
TRA POSITIVITA’ E ROTTURA: LE DICHIARAZIONE DEGLI ESPONENTI DEI PARTITI
Parole di distensione arrivano proprio da colei che è stata al centro dello scontro, Licia Ronzulli: “Non c’è mai stato alcun ‘caso Ronzulli’“.
“L’Italia ha bisogno di avere un governo al più presto, con una squadra di alto profilo, sostenuta da una coalizione di centro-destra unita, coesa e compatta, così come si è presentata agli italiani e così come ci hanno chiesto gli italiani. Nella squadra di governo Forza Italia dovrà svolgere il ruolo importante”. La senatrice ha anche aggiunto che “nei prossimi giorni il centro destra si presenterà unito al Colle, per proporre al Presidente della Repubblica di conferire l’incarico all’on. Meloni”. Ronzulli conclude mettendo a tacere i rumors che l’hanno coinvolta, annunciando che continuerà a svolgere il suo lavoro “da Senatrice della Repubblica o in qualunque ruolo il Presidente Berlusconi ritenesse di indicarmi”.
Anche il cofondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto ha espresso una visione positiva: “Né Silvio Berlusconi né Giorgia Meloni pensano davvero di interrompere il loro lavoro per il bene del Paese per questioni di carattere personale – dichiara in un’intervista al Corriere –. L’Italia viene prima anche delle legittime irritazioni di Giorgia“.
Parole più dure dal capogruppo uscente di FdI Francesco Lollobrigida che un’intervista a La Repubblica ha detto: “Serve un percorso di chiarezza, che nelle prossime ore contiamo si possa riattivare“. Ribadisce il no a “inciuci né governi anomali altrimenti neppure ci proviamo. E torniamo dagli elettori, riproponendo a quel punto una coalizione diversa dall’attuale“.
Anche Gianfranco Miccichè questa mattina, in un’intervista alla Stampa, ha criticato aspramente il trattamento riservato al leader del suo partito, auspicando una nuova possibilità: “Diamo l’appoggio esterno al governo. A questo punto si scelga lei questi scienziati di ministri“.
COSA SUCCEDERA’ NEI PROSSIMI GIORNI
Gli ultimi atti burocratici, per dare il via al funzionamento di Camera e Senato, sono l’elezione dei capigruppo e il completamento degli Uffici di presidenza, con la nomina dei Vicepresidenti, dei Questori e dei Segretari d’Aula.
CAMERA: Entro oggi i deputati dovranno comunicare al segretario generale di Montecitorio a quale gruppo intendono iscriversi. Martedì 18 ottobre, si riuniranno le assemblee dei gruppi, convocate per le 15, per eleggere i propri presidenti. L’aula è convocata per mercoledì 19 ottobre, alle 14, per procedere al completamento dell’Ufficio di presidenza. Nel dettaglio: 4 vicepresidenti, 3 deputati Questori e almeno 8 deputati Segretari.
SENATO: Entro oggi i senatori dovranno indicare a quale gruppo intendono iscriversi. Il termine è stato prorogato di un giorno. Il Regolamento, infatti, prevede che la comunicazione debba avvenire entro tre giorni dall’elezione del nuovo Presidente. In questo caso il tempo massimo sarebbe scaduto domenica. Se un senatore non indicherà un gruppo verrà assegnato automaticamente al gruppo Misto. I senatori a vita possono invece non appartenere ad alcun gruppo. I gruppi sono convocati per martedì 18 ottobre alle 14 per procedere alla propria costituzione e, a seguire, all’elezione dei rispettivi capigruppo. La conferenza dei capigruppo è convocata per lo stesso giorno alle 17. L’Aula di palazzo Madama tornerà a riunirsi mercoledì 19 ottobre, alle 15, per procedere all’elezione dei 4 vicepresidenti, dei 3 Questori e degli 8 senatori segretari che andranno a comporre il Consiglio di Presidenza.
L’attenzione poi si sposterà totalmente sulle consultazioni. Come si evince dal calendario parlamentare, non inizieranno prima del 20 ottobre. Mattarella, con molta probabilità, affiderà la formazione del nuovo Governo a Giorgia Meloni. Sulle date ci sono alcune indecisioni. L’attuale premier, Mario Draghi, rappresenterà l’Italia al Consiglio europeo di Bruxelles il 20 e il 21 ottobre. Ciò farebbe pensare che Meloni possa ricevere l’incarico il 21 sera o al massimo il 22. Senza troppi intoppi, la leader di Fratelli d’Italia potrebbe tornare al Colle già il 22 con la lista dei ministri. Possibile quindi il giuramento il 23 o il 24 ottobre.