Convegno molto partecipato quello svoltosi lo scorso 19 ottobre a Siracusa nella sala multimediale della sede dell’Area Marina Protetta del Plemmirio. “Biodiversità marina e tutela ambientale, pesca sostenibile e consumi consapevoli” sono stati i temi affrontati durante l’incontro alla presenza di Marco Mastriani, vice presidente del Consorzio AMP del Plemmirio, di Linda Pasoli, biologa marina dell’AMP del Plemmirio, del comandante della Capitaneria di Porto di Siracusa Sergio Lo Presti, dell’assessore comunale all’igiene urbana Andrea Buccheri, di Maurizio Buggea, presidente Centro Subacqueo Ibleo Blu Diving, del giornalista Carmelo Maiorca (coordinatore della rete Slow Fish di Slow Food Sicilia) e, in rappresentanza dell’Associazione Pescatori “San Francesco” di Scoglitti, del suo presidente Gaetano Cannizzo e del biologo Antonio Costa.
Durante l’incontro si è messo in evidenza il ruolo cruciale che rivestono le Aree Marine Protette (AMP) nella tutela dell’ambiente marino in quanto “strumenti ideali” per rispondere a tre necessità prioritarie per lo sviluppo sostenibile delle aree costiere e marine: conservare la biodiversità marina, mantenere la produttività degli ecosistemi e contribuire al benessere economico e sociale delle comunità locali. Le AMP, con la loro varietà di habitat ed ambienti naturali, caratterizzate dalla presenza di una ricca biodiversità, rappresentano dunque un efficace strumento di tutela e salvaguardia del mondo marino.
Negli anni, grazie ai diversi studi svolti su questa materia, è emerso che la presenza di un’area sottoposta a vincolo assicura una protezione delle specie ittiche per tutto il ciclo biologico. Fondamentale resta il ruolo delle comunità locali che possono e devono diventare i primi guardiani oltre che attori di un’area marina protetta, in base al principio che minore è la distanza tra il bene tutelato e chi esercita l’azione di tutela e maggiore è l’efficacia della tutela stessa.
Davanti al pubblico composto dagli studenti di alcune classi dei licei Einaudi e Corbino e del professionale Federico II di Svevia, si sono susseguiti gli interventi moderati dal giornalista Carmelo Maiorca. A fare gli onori di casa è stato il vicepresidente del Consorzio di gestione del Plemmirio, Marco Mastriani, che ha definito l’area marina “un incubatore di idee e progetti, attento alle sinergie con altre istituzioni, fra cui le scuole, che tiene in considerazione altre attività, come ad esempio l’ecoturismo, se coerenti con la finalità primaria della tutela del mare“.
Perché nascono, a cosa servono e cosa fanno le aree marine protette? A questa domanda ha dato una risposta la biologa Linda Pasolli che si occupa soprattutto del monitoraggio della fauna ittica presente nelle acque della riserva marina, di cui ha mostrato una serie di belle immagini e il video con le riprese di uno dei siti più affascinanti ossia Secca del Capo difronte Capo Murro di Porco.
Il capitano di vascello Sergio Lo Presti, comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, ha fra l’altro rimarcato che “l’area marina protetta è un bene che, se vissuto studiato e condiviso nel modo giusto, può dare risultati fantastici“.
Dei compiti della Capitaneria di porto, e in particolare del ruolo operativo che svolge la Guardia costiera, ha parlato il capitano di fregata Enrico Martis. Con l’ausilio di slide e video l’ufficiale ha illustrato le attività delle motovedette, ad esempio gli interventi repressivi contro la pesca abusiva o comunque effettuata con strumenti di cattura illegali.
Un momento di approfondimento è stato dedicato all’importante legge su “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare”, conosciuta come “legge salvamare” ed approvata definitivamente in parlamento lo scorso maggio. L’assessore all’igiene urbana e polizia ambientale del comune di Siracusa, Andrea Buccheri, ha ricordato che “ancora mancano i decreti attuativi della suddetta legge” e che “bisognerà valutare bene quale tipologia realizzare di strutture e contenitori per la raccolta di plastica e rifiuti vari, sbarcati negli approdi portuali da pescherecci e altri natanti, per evitare che qualcuno possa utilizzarli in modo scorretto ed improprio. Come è successo a Siracusa nei punti di approdo dove il Comune, già prima dell’entrata in vigore della nuova legge, aveva installato dei contenitori destinati ai rifiuti raccolti in mare ma che alcuni residenti hanno usato per buttarvi la spazzatura di casa“.
A sua volta Maurizio Buggea, presidente del Centro subacqueo ibleo Blu Diving, ha offerto una testimonianza da appassionato sub del suo rapporto di vecchia data con il mare del Plemmirio.
In conclusione, Carmelo Maiorca, in qualità di coordinatore della rete Slow Fish di Slow Food Sicilia, ha sottolineato “la necessità e l’urgenza di attività di pesca realmente sostenibili e rispettose della salvaguardia del mare, patrimonio ittico compreso“. «È importante che tutti noi – ha aggiunto – ampliamo e miglioriamo conoscenze e informazioni, affinché le nostre scelte siano più consapevoli e responsabili». Il giornalista ha citato fra i possibili modelli virtuosi i presìdi realizzati assieme ai produttori da Slow Food, tipo in Sicilia quelli della “masculìna (alici) da maàgghia del golfo di Catania” e della “alaccia salata di Lampedusa”.
Nel complesso l’incontro all’AMP del Plemmirio ha offerto molte informazioni e diversi spunti d’interesse e curiosità agli studenti e alle studentesse che hanno partecipato, precisamente delle classi quarta D e quarta CS del Liceo scientifico Einaudi, della quinta E del Liceo scientifico e delle scienze umane Corbino, della quarta di sala dell’Istituto alberghiero Federico II di Svevia, accompagnati da alcuni docenti.