“Nel periodo di crisi dovuto alla pandemia, uno degli esattori si è dovuto accontentare e accettare non soldi ma una macchinetta del caffè”. Lo dice Rodolfo Ruperti, capo della squadra mobile di Palermo, che ha dato ulteriori particolari sull’operazione Tentacoli della questura che ieri ha portato al fermo di 16 indagati.
Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati una pistola e soldi. “Si sono recati in un’attività commerciale – aggiunge Ruperti – in crisi come tutte quelle che erano rimaste aperte in quel periodo. Non potendo riscuotere denaro hanno portato via una macchinetta del caffè. La stessa è stata ritrovata a casa di uno dei 16 fermati. Dentro era stata nascosta una pistola con il colpo in canna e diverse banconote”. Soprattutto nel 2020 in piena pandemia riuscire ad incassare il pizzo, pagato dai commercianti, non era facile. “I fermati – aggiunge Ruperti – nelle intercettazioni, si vantano di appartenere a una delle poche organizzazioni mafiose che ancora riusciva a sostenere i detenuti. Le attività commerciali venivano vessate continuamente, c’era un vero e proprio pattugliamento del territorio alla ricerca di quelle che potevano pagare il pizzo“.