Per i crediti di imposta non utilizzati arriva la possibilità di fruirli in “10 rate annuali di pari importo“.
Il provvedimento contiene tra l’altro la proroga fino a fine anno dei crediti di imposta per le imprese energivore, la proroga fino al 31 dicembre dello sconto benzina, la possibilità per le imprese di rateizzare le bollette, ma anche la proroga al 2024 il mercato tutelato del gas e lo sblocco di alcuni lavori rilevanti compresa la Gronda di Genova.
Sul superbonus i crediti “derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati, possono essere fruiti in 10 rate annuali di pari importo” al posto dell’originaria rateazione, previo l’invio di una comunicazione all’Agenzia delle entrate.
La quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno “non può essere usufruita negli anni successivi e non può essere richiesta a rimborso“.
“Purtroppo questo allungamento a 10 anni, che noi prendiamo come uno sforzo del governo che ha voluto dare una mano per lo sblocco dei cassetti fiscali, servirà a ben poco“. Così la presidente dell’Ance Francesca Brancaccio, interpellata dall’ANSA, commenta la soluzione contenuta nel decreto aiuti quater pubblicato in Gazzetta. “Con l’Abi avevamo fatto una proposta perché la situazione è realmente critica e quella è la misura che può sbloccare. Siamo molto preoccupati. Pensiamo che si bloccherà tutto”, aggiunge Brancaccio evidenziando anche la “sfiducia” per le continue modifiche e avvertendo che questa misura “creerà contenziosi“.
“Auspicavo qualcosa di diverso da quello che avevamo saputo in questi giorni e che abbiamo già largamente commentato“, spiega Brancaccio, facendo però notare che, “al di là della questione di metodo“, c’è il fatto che “la diciottesima modifica in anno è una follia“. L’allungamento a 10 anni per lo sconto dei crediti non utilizzati secondo la presidente dei costruttori “servirà a ben poco, perché la banca che ha già comprato pagando un utilizzo in 5 anni, certamente non se lo porta a 10“, mentre per le imprese “il problema è che che se anche hanno capienza fiscale, la liquidità dove la prendono? Non è che puoi reggere senza monetizzare“.
La proposta presentata dall’Ance insieme all’Abi era di utilizzare in compensazione gli F24 presi in carico dalle banche per conto dei loro clienti: “Se un’associazione di categoria fa una proposta insieme all’Abi è perché la situazione è realmente critica e quella è la misura che può sbloccare. Siamo molto preoccupati“, prosegue Brancaccio. “Avevamo avuto delle interlocuzioni, però alla fine è uscito così” e ora si auspica qualche modifica in fase di conversione: “A preoccupare è soprattutto questa sfiducia totale che c’è da parte di imprese, cittadini e famiglie nei confronti delle leggi. Noi pensiamo che si bloccherà tutto. Così si creeranno contenziosi e problemi alle famiglie. C’è un tema che non è solo delle imprese, ma dei cittadini, delle famiglie, dei condomini: ci saranno contenziosi, con le imprese che non monetizzano che lasceranno lavori a metà“. “Noi speriamo che con il tavolo tecnico che è stato aperto, in sede di conversione si riesca a lavorare e ragionare su qualcosa di davvero stabile e sostenibile per le imprese, le famiglie e lo Stato“, conclude.