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Nuove e importanti leggi sono al vaglio del parlamento nazionale per riformare il comparto ‘Università, Formazione e Ricerca’: è il tema del convegno “Universitalia” tenutosi a Villa Palagonia di Bagheria, nel corso del quale il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, il Presidente della Commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera dei Deputatati, Vittoria Casa, e una consistente delegazione politica, hanno illustrato tutti i cambiamenti che riguardano gli atenei italiani.
E’ stata l’occasione di un confronto diretto per capire quali saranno le nuove opportunità negli anni del Recovery Plan. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta certamente una straordinaria opportunità di investimento per ricostruire l’Italia, infatti, i fondi del PNRR prevedono 30,88 miliardi di euro: 19,44 per il potenziamento dell’istruzione e 11,44 per il capitolo “dalla ricerca all’impresa”.
I fondi destinati alle strutture, al personale, a chi ha voglia di impegnarsi in campo accademico, sono consistenti ma al tempo stesso sono vincolati ad alcune riforme che impegnano il Parlamento nazionale in un processo di profonda innovazione legislativa. Una sfida senza precedenti che da cogliere per fare sistema e a tradurre i risultati della ricerca e dell’alta formazione professionale in utilità per tutti i cittadini, ma serve riforma e semplificazione e lo ha spiegato chiaramente il ministro Messa.
“Il Pnrr va speso bene e creare un circolo virtuoso, ma occorre lavorare sulle riforme e sulle semplificazioni. il primo punto riguarda il reclutamento, fondamentale per la ricerca e per l’università e per l’organizzazione del capitale umano, perché riguarda ricercatori, docenti, personale tecnico amministrativo… che deve portare avanti le strutture che ci sono. Dobbiamo lasciare spazio ai giovani, ma non possiamo dimenticarci di chi è già sul campo e quindi dobbiamo trovare delle vie di mezzo. Questo decreto legge ha la capacità di ricreare un percorso per i giovani dando delle scadenze per evitare nuove forme di precariato, valorizzando i percorsi formativi forti della ricerca, il dottorato di ricerca, come proseguimento post università come inizio di una carriera accademica. Come Ministero, abbiamo previsto una modifica per cui il dottorato possa avere altri sbocchi oltre a quello accademico e stiamo lavorando alla definizione del decreto ministeriale che li riorganizzi e li renda più fruibili”.
Gli interventi normativi hanno anche un’altra ratio: mettere un punto alla continua “fuga dei cervelli” all’estero per trovare lavoro e che mettono al servizio di altri Paesi il proprio titolo di studio e la propria competenza, dato che spesso la terra d’origine non è in grado di offrire realtà occupazionali conformi alle proprie esigenze ed aspettative. “Devono capire cosa devono fare, non possono rimanere fermi 20 anni per capire cosa succeda”, ha ribadito il ministro dell’Università e della Ricerca, permettendo autonomia e indipendenza nell’attività di ricerca. Il decreto fa, dunque, chiarezza sui percorsi post laurea, sulla ricerca. Poi ci sono altri interventi normativi in campo sulle lauree abilitanti, sull’Alta Formazione, sull’abolizione del divieto di iscriversi contemporaneamente a due corsi di laurea.
“È stata una mattina di confronto prezioso, un’occasione unica nella quale abbiamo annullato qualsiasi distanza tra Parlamento, Governo e territorio, dando spazio alle voci della ministra per l’Università e la Ricerca Maria Cristina Messa, dei ricercatori, dei deputati impegnati a portare avanti le riforme inerenti al mondo accademico in commissione Cultura. Bagheria è diventata il centro della discussione sull’impatto degli investimenti inerenti il PNRR, sulle nuove leggi riguardanti le carriere universitarie, sulle lauree abilitanti, sull’abolizione del divieto d’iscrizione a due corsi di laurea. È stato un convegno di alto profilo ma anche uno splendido momento di democrazia partecipata”, così Vittoria Casa, presidente della commissione Cultura alla Camera, a margine dei lavori di “Universitalia”.
“Non è mai accaduto prima d’ora che l’Università e la ricerca fossero così al centro della vita parlamentare e dell’intervento dell’esecutivo. Tutte le missioni del Recovery Plan sono attraversate dal problema dell’innovazione. Ma senza riforme e semplificazioni non riusciremo mai a investire i fondi europei nella maniera dovuta. Per questo in appena un mese l’Aula di Montecitorio ha approvato due provvedimenti fondamentali – quello sulle carriere nella ricerca e quello sulle lauree abilitanti – e si avvia a discuterne un terzo, quello sull’abolizione del divieto di iscriversi contemporaneamente a due corsi di laurea. Stiamo lavorando con la massima intensità – conclude l’onorevole Casa – per non perdere il treno della ripresa e innescare finalmente quel circolo virtuoso che tanto serve all’università e alla società italiana”.
Presente l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, che ha ribadito la necessità di investire nella ricerca per lo sviluppo della Sicilia, puntando a un nuovo modello formativo di alto livello attraverso la valorizzazione del digitale e, soprattutto, garantendo il diritto allo studio. L’obiettivo si raggiunge mettendo in atto la sinergia di tutti i soggetti pubblici e privati che concorrono alla crescita culturale e alla valorizzazione del capitale umano, cogliendo le nuove opportunità con l’uso responsabile dei fondi messi a disposizione dal Pnrr, quale momento straordinario di ripartenza e per riconsegnare ai giovani precari il proprio futuro che passa dal rilancio dell’intero sistema universitario.
“Un’occasione significativa alla quale porto il saluto del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e del governo regionale tutto e ringrazio il Ministro Messa e il presidente della Commissione Cultura per l’attenzione che in questi giorni sta ponendo al tema dell’università, della ricerca e dell’innovazione, nel rapporto con le Regioni”, ha detto Lagalla , aggiungendo a proposito di formazione e istruzione “Tutti convinti della forza basilare del sistema di formazione e istruzione ai fini della crescita territoriale e della valorizzazione del capitale umano, oggi puntare l’attenzione sull’istruzione superiore, terziaria, universitaria e sulla specializzazione che consente di dare spazio alla ricerca e all’innovazione”.
Il governo regionale – prosegue l’esponente del governo Musumeci – interviene largamente a sostegno delle attività dei nostri atenei, sia sul piano dell’assistenza economica che su ampi finanziamenti per diritto allo studio, costituzionalmente tutelato, e quest’anno per la prima volta ha visto erogato il 100% delle borse di studio richieste in tutti e quattro gli atenei siciliani dagli studenti aventi diritto. E’ importante coniugare il merito la qualità della ricerca con le varie opportunità che vanno garantite a tutti sul piano delle generazioni che su quello delle Regioni”.
E in tema di interventi di sostegno economico, l’assessore Lagalla ha ricordato come i trasferimenti alla Regione Siciliana siano stati in questi ultimi 10 anni largamente inferiori a quelli previsti dalle stesse indicazioni degli accordi statutari, non tanto per fare una sorta di meridionalismo rivendicativo, quanto per attestare una volontà di impegno che oggi si basa inevitabilmente sulle risorse a disposizione e sulla capacità sostenibile di trasferimento degli stessi mezzi, nell’ottica di attuare una pari opportunità di ripartenza.
Altra questione affrontata a villa Palagonia è l’importanza del ritorno in classe dei nostri studenti al 100% auspicato per il prossimo settembre, in qualche modo condizionato dal completamento del ciclo vaccinale. “Il sindaco di Bagheria ha fatto riferimento alla ripresa dell’anno scolastico, alla quale stiamo proprio in queste ore lavorando per la ripartenza della presenza fisica degli alunni e dei professori nelle scuole ed è chiaro che questo è abbinato a scelte necessarie che vanno fatte in materia di vaccinazione ed immunizzazione, tanto del personale scolastico quanto degli alunni dai 12 ai 18 anni. Il presidente Musumeci ha attuato un puntuale ampio piano di controllo e monitoraggio sanitario che ci ha consentito di tenere aperte le scuole, più di ogni altra Regione italiana e al tempo stesso vorremmo riprendere a settembre il monitoraggio ma è chiaro che occorre portare nelle scuole quelle ulteriori vaccinazioni che non fossero state portate a termine”.