“E’ indispensabile creare le condizioni per cui valga la pena di vivere pienamente”.
E’ con queste parole che Sir Michael Marmot ha aperto il convegno: “Disuguaglianze sociali di salute”, organizzato dall’Hospital & Clinical Risk Managers, con il supporto dell’Ordine dei medici di Palermo e dell’Università.
L’epidemiologo inglese di fama mondiale ha portato la sua analisi ed esperienza in una sala piena di ascoltatori a Palazzo Chiaramonte-Steri, e ha richiamato l’attenzione verso i determinanti sociali di salute, mostrando come tutti sono chiamati a contribuire per ridurre le disuguaglianze di salute. Partendo da coloro che governano agli amministratori delle città, dagli insegnanti tutti coloro che possono giocare un ruolo attivo nel promuovere la salute all’interno dell’ambiente lavorativo, nei gruppi professionali, nelle scuole e nelle comunità.
“E’ un problema mondiale ed è compito della società civile prestare attenzione a tutto ciò. Non solo riguardo il dato economico, ma anche rispetto ai dati ambientale”. Ad evidenziarlo è il presidente dell’Omceo, Toti Amato.
Il convegno è “un incontro importante che traccia i punti salienti sulle disuguaglianze sociali in salute, partendo da un modello che permetterebbe, non dico di azzerare, ma sicuramente di ridurre al minimo quelle che sono le criticità particolarmente elevate nel settore e partire dalla Sicilia ha un valore sicuramente più forte”, aggiunge Alberto Firenze, presidente Nazionale dell’Associazione Scientifica Hospital & Clinical Risk Managers.
“Queste disuguaglianze, purtroppo, sono state incrementate col Covid – dice il Rettore Midiri -. L’Università interviene con la cultura e con le azione di terza missione, ossia portare fuori le informazioni nel territorio e negli enti regionali. Gli enti regionali devono interpretare il ruolo dell’Università come una sorta di guida e buone prassi e questo diventa uno strumento veramente di interazione fra i sistemi molto importanti”.