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Tre colpi di pistola in testa: muore così l’ex presidente del Consiglio di Favara

lunedì 16 Agosto 2021

L’ex presidente del consiglio comunale di Favara (Agrigento), Salvatore Lupo, è stato ucciso con tre colpi di pistola mentre si trovava nei pressi di un bar di via IV Novembre. Lupo è imprenditore nel settore delle residenze per anziani. Sul posto si trovano i carabinieri che stanno ascoltando dei testimoni.

Lupo, 45 anni, nel 2017 era stato arrestato, con la moglie, nell’operazione “Stipendi spezzati”. L’inchiesta aveva fatto emergere che ai dipendenti della “Cooperativa sociale Suami – Onlus” prima venivano accreditati su conto corrente le mensilita’ dovute e poi, con carte bancomat intestate proprio agli stessi dipendenti, l’amministratore unico della coop, Lupo, avrebbe prelevato – secondo l’accusa – la meta’ degli stipendi. Stando all’inchiesta, questi prelievi “forzosi” di denaro avrebbero riguardato oltre 20 dipendenti. Un anno prima Lupo era stato indagato nell’ambito di un’altra inchiesta per maltrattamenti fisici e piscologici ad alcuni minori, inabili psichici, affidati, per la vigilanza, assistenza e sostegno, ad una comunita’ alloggio di Licata. Nel novembre 2011 l’auto di Lupo, all’epoca consigliere comunale, venne incendiata.

LE INDAGINI

Secondo le prime ricostruzioni Salvatore Lupo sarebbe arrivato in via IV Novembre, nel cuore di Favara (Ag), con la sua Porsche Macan. E’ entrato nello Snack American Bar ed ha chiesto di andare in bagno. E’ stato ucciso, sotto gli occhi del barista, che è sotto choc, non appena è uscito. Uno solo il sicario che avrebbe agito – stando alle primissime indiscrezioni – a volto scoperto. Almeno due i colpi di pistola che lo hanno raggiunto. Sul posto, stanno operando i carabinieri della tenenza e del comando compagnia di Agrigento. In questi minuti, vengono effettuati i rilievi ma si sta cercando di ascoltare anche possibili testimoni. In via IV Novembre sono giunti anche i pm Paola Vetro e Maria Barbara Cifalinò. Lupo lo scorso 20 maggio era stato rinviato a giudizio – dal gup del tribunale di Agrigento Francesco Provenzano – assieme ad altri 7 imputati nell’ambito dell’inchiesta sulla comunità per disabili psichici di Licata (Ag) in cui gli ospiti subivano maltrattamenti. Salvatore Lupo era stato eletto consigliere comunale nel 2011 in liste civiche del centrodestra, ed è diventato presidente del consiglio comunale nel 2015 dopo le dimissioni di Leonardo Pitruzzella da consigliere.

Pare che il barista non abbia saputo indicare nessun elemento per identificare l’autore dell’omicidio. I militari dell’Arma della tenenza di Favara e quelli della compagnia di Agrigento, coordinati dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, sembrano però concentrarsi sulla vita, e sui rapporti personali, della vittima. Pare che Lupo avesse forti contrasti economici e dissidi in ambito familiare. Ed è proprio su questi “dettagli” che le investigazioni si stanno concentrando. L’omicidio appare agli inquirenti come pianificato: qualcuno potrebbe aver seguito Lupo e atteso che uscisse dal bagno del bar per esplodergli contro almeno due colpi di pistola che lo hanno freddato.

Il killer solitario, che ha centrato con 3 colpi di pistola in testa la sua vittima, è ancora ricercato. Via IV Novembre, nonostante fosse il pomeriggio di Ferragosto, non era deserta. Ma nessuno avrebbe appunto visto, né sentito nulla.

Ad essere ascoltato, prima dentro i locali del bar dove è avvenuto l’omicidio, poi in caserma, è stato il barista. Ma anche da quel “fronte”, così come era emerso fin dall’inizio, non sono arrivate indicazioni. L’uomo è sotto choc e non ha saputo fornire nessun elemento utile alle investigazioni e all’identificazione del killer.

Nessuna presenza di polvere da sparo è emersa dagli stub eseguiti da carabinieri della tenenza di Favara e del comando compagnia di Agrigento nell’ambito delle indagini.

“Stiamo lavorando” continuano a ripetere il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il suo aggiunto, Salvatore Vella, titolari dell’inchiesta. Le indagini procedono, ma sono rese difficili dall’assenza di testimonianze determinanti e non è stato scovato nessun impianto di video sorveglianza utilizzabile, l’unica telecamera vicina non era affatto puntata sull’ingresso del bar, e gli stub eseguiti hanno dato esito negativo.

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