Il via libero definitivo è arrivato con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti.
L’addio dell’Europa ad auto e furgoni nuovi a benzina e diesel dal 2035, suggellato dal voto finale della plenaria del Parlamento europeo è diventato ormai incontrovertibile.

Per il vicepremier italiano Matteo Salvini, si tratta di una mossa da “ideologia, ignoranza o malafede? che va “contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio degli interessi cinesi”.
Intanto, la Commissione europea propone per i trasporti ed energia altre novità: dal 2030 anche gli autobus dovranno essere a emissioni zero e per i camion ci sarà un taglio del 90% delle CO2 entro il 2040.
Un passo decisivo per portare l’Europa sulla strada delle emissioni zero nel 2050. Nessuna marcia indietro dunque: lo stop a benzina e diesel per auto e furgoni nuovi sarà nel 2035, con un target intermedio al 2030, termine entro il quale i costruttori dovranno ridurre del 55% le emissioni delle nuove auto immesse sul mercato e del 50% quelle dei nuovi veicoli commerciali. L’unico appiglio per una possibile revisione resta allora la roadmap per il monitoraggio di Bruxelles, che entro il 2025 presenterà una metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di Co2 durante tutto il ciclo di vita delle auto e dei furgoni venduti sul mercato continentale e nel 2026 valuterà anche la possibilità di mantenere motori ibridi o che utilizzano gli ecocarburanti (e-fuels).
Dai banchi di Strasburgo, voto contrario di tutti gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Anche se, ha fatto notare sul fronte opposto il capodelegazione del Pd, Brando Benifei, “i rappresentanti del governo italiano al Coreper avevano dato il via libera al testo dell’accordo”. La contrarietà della maggioranza di governo non è tuttavia bastata a cambiare il corso degli eventi: gli eurodeputati – pur divisi al loro interno e con l’asse tra Socialisti e Popolari ancora una volta sgretolato – hanno votato sì con 340 voti a favore, 279 contrari e 21 astensioni. Confermando un provvedimento che all’Italia sorride soltanto per la deroga di un anno concessa ai produttori di auto di lusso della Motor Valley come Ferrari, Lamborghini e Maserati.

Il governo deve correre ai ripari con una “exit strategy” già disegnata dal ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto: gradualità nello stop alla commercializzazione dei veicoli e produzione dei biocarburanti. Un modo anche per salvare migliaia di posti di lavoro.