Continuano senza tregua gli arrivi di migranti sull’Isola di Lampedusa. Nella notte in centinaia sono stati recuperati dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza dell’isola.
Contemporaneamente all’imbarco sulla nave di linea verso Porto Empedocle, per alleggerire l’affluenza nell’hotspot di contrada Imbriacola, che nelle scorse ore aveva registrato oltre tremila persone, altri migranti sono stati messi in sicurezza dalle motovedette e fatti sbarcare al molo Favaloro. Donne e uomini hanno ricevuto la prima assistenza sanitaria dal personale della Croce Rossa Italiana, direttamente sul molo e non sono stati necessari particolari interventi medici.
I migranti di provenienza subsahariana, parlavano quasi tutti la lingua francese e alcuni di loro portavano al collo un crocifisso.
Volti provati dalla stanchezza, piedi nudi e sguardi pieni di riconoscenza per il personale delle ong e degli interpreti presenti al molo per dar loro il primo supporto logistico. A notte fonda, una piccola imbarcazione è arrivata direttamente sulla costa nella zona di Cala Madonna e alcuni cittadini hanno informato i Carabinieri, che tempestivamente hanno trasferito i migranti direttamente nell’hotspot.
Intanto, è attesa per martedì 4 luglio la visita del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del Commissario Europeo agli Affari Interni, Ylva Johansson, che si recheranno in mattinata nell’hotspot per constatare personalmente le condizioni in cui si trova il centro accoglienza che può ospitare poco più di 300 persone, ma che nelle ultime settimane ha toccato picchi tra mille e tremila migranti.
Ad un mese esatto dalla nuova gestione dell’hotspot, affidata l’1 giugno scorso alla Croce Rossa Italiana, sono stati rafforzati gli interventi del Governo Italiano per il trasferimento dei migranti in altri centri in Sicilia e in Italia, ma il flusso degli sbarchi di questi giorni non ha consentito di riportare il numero di presenze nell’hotspot alla sua capienza massima.
Un’estate calda sulla più grande delle Isole Pelagie, non solo sul fronte climatico, ma anche sul fronte migratorio. Secondo alcune fonti, sarebbero decine di migliaia le persone pronte a partire dalle coste tunisine e libiche nelle prossime settimane.