Nel rapporto semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia) sulla criminalità organizzata mafiosa e nell’indagine realizzata da Fondazione Magna Grecia, emerge un allarme che non può essere ignorato: la criminalità organizzata sta abbracciando sempre più le tecnologie digitali, con una particolare attenzione per il metaverso e il dark web.
Le organizzazioni criminali dimostrano una notevole abilità nel comprendere e sfruttare le trasformazioni tecnologiche, aprendo nuove strade per le loro attività illecite. L’approfondimento del IlSicilia.it affronta le nuove evoluzioni e “appetiti criminali” delle mafie nazionali e internazionali.
Le stesse si evolvono nell’era digitale, utilizzando social media, criptovalute e comunicazioni cifrate. I report rivelano come fan e affiliati promuovano il “brand” mafioso, enfatizzando l’onore e il lusso. Le organizzazioni criminali usano il web per reclutare, pianificare attività e sfoggiare ricchezza. La cultura dei meme sostituisce i vecchi miti, mentre la realtà online e offline si mescolano. È cruciale adottare nuovi approcci nella lotta alle mafie digitali, unendo azione legale e consapevolezza civica. Il rapporto Dia sulla criminalità organizzata ha dedicato un’intera sezione sul fenomeno segno dell’attenzione delle forze dell’ordine ai nuovi ambiti di operatività delle famiglie mafiose, mentre il rapporto “Le Mafie nell’Era Digitale” della Fondazione Magna Grecia ha analizzato la loro presenza nell’ecosistema digitale.
Metaverso: terreno promettente per le organizzazioni criminali
Il metaverso, un ambiente virtuale immersivo, è diventato il nuovo campo di gioco delle organizzazioni criminali. Queste entità, notorie per la loro adattabilità, stanno rapidamente imparando a sfruttare le nuove tecnologie e le opportunità economiche e finanziarie offerte da questo mondo digitale emergente. Nella relazione semestrale della Dia, si sottolinea che le mafie stanno cogliendo ogni opportunità di profitto, espandendosi in modo speculativo, grazie al metaverso, alle comunicazioni crittografate e al web in generale, compreso il dark web. Questa evoluzione rappresenta una significativa sfida per le forze dell’ordine.
Comunicazioni Criptate: metaverso e social i nuovi canali
Le comunicazioni criptate rappresentano una sfida contemporanea e futura per le agenzie di sicurezza. Le organizzazioni criminali stanno sfruttando sempre più le comunicazioni criptate per mantenere segrete le loro attività illecite. La Dia sottolinea l’importanza di adattare gli strumenti tecnologici a disposizione delle forze dell’ordine per affrontare questa sfida in costante evoluzione. È essenziale aumentare la capacità di penetrazione nel metaverso, nelle comunicazioni crittografate e in altri settori del mondo digitale meno conosciuti. Le mafie si rigenerano costantemente e per mantenerci un passo avanti, dobbiamo investire nell’innovazione tecnologica.
Cooperazione Internazionale: arma cruciale nella lotta contro la criminalità “digitale”
Per affrontare efficacemente questa sfida, è fondamentale intensificare la cooperazione internazionale. La Dia promuove la Rete Operativa Antimafia @ON, un progetto ideato e guidato da essa. Questo progetto ha visto una crescente espansione grazie alla disponibilità di dati da parte di Europol, provenienti dalle piattaforme di comunicazioni criptate sequestrate da autorità giudiziarie straniere. Questi dati hanno permesso di analizzare e comprendere meglio le dinamiche criminali, spesso orchestrate da organizzazioni ben strutturate e ramificate all’interno dell’Unione Europea. La cooperazione con Europol è un passo significativo verso la comprensione e la lotta contro la criminalità digitale transnazionale.
Le Mafie sui Social Network: presenza inquietante
La Fondazione Magna Grecia ha condotto un’analisi approfondita sulle attività delle mafie nell’era digitale. Il rapporto ha evidenziato che le organizzazioni criminali stanno utilizzando i social network per sponsorizzare le loro attività e comunicare con membri affiliati e rivali. Questo fenomeno dimostra la capacità delle mafie di adattarsi alle esigenze del presente, progredendo mentre il digitale assume sempre più importanza, abbattendo i confini tra il mondo reale e quello virtuale.
Oltre al metaverso, le organizzazioni criminali stanno sfruttando i social network. Questi nuovi “boss mafiosi” non solo dimostrano competenza nei settori tradizionali come la musica trap e il neomelodico, ma utilizzano anche piattaforme come Facebook, Instagram e TikTok per promuovere le loro attività illecite e creare una rete criminale.
Emblematico è stato il caso del trapper Niko Pandetta, condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, per rissa. Il trapper ex cantante neomelodico dedicò una canzone allo zio, il boss Salvatore Cappello e ha dedicato le proprie prestazioni musicali ai detenuti in regime di 41-bis.
Questa presenza su larga scala sui social network rappresenta una minaccia seria.
Le mafie sono estremamente abili a trovare metodi all’avanguardia per pubblicizzarsi e comunicare nel mondo digitale, sono sempre più “influencers” della rete. Per fotografare i nuovi linguaggi delle mafie sui social, ad esempio Fondazione Magna Grecia, nel suo report, ha indagato il materiale postato sulle varie piattaforme da affiliati e supporters delle organizzazioni mafiose, evidenziando il fenomeno della “mitizzazione” digitale dei vecchi boss del passato da parte di giovani membri della malavita, ma anche l’universo della musica trap e neomelodica popolarissima in rete – che si rifà all’immaginario criminale e spesso agli ambienti mafiosi – nonché le reactions degli utenti di fronte a tali contenuti. Il quadro che emerge è quello di un immaginario che si alimenta in maniera circolare e l’attitudine delle organizzazioni criminali a proliferare online facendo leva, indirettamente o direttamente per influenzare la mentalità di un vasto numero di soggetti grazie al loro appeal , seguendo propria la logica dell‘influencing, con cui si riesce a diventare virali e famosi, incrementando il numero dei followers e attraendo il pubblico delle giovani generazioni, propense all’emulazione di modelli considerati “vincenti”.
La dimensione è quella dell’”interreale“, in un continuo scambio tra vita reale e virtuale.
Conclusioni: La Minaccia della Criminalità digitale è reale
La Dia da tempo sta sottolineando la crescente minaccia della criminalità digitale, una sfida che richiede adeguati strumenti tecnologici e cooperazione internazionale per essere affrontata con successo. La Fondazione Magna Grecia ha rivelato nella sua approfondita ricerca come le mafie stiano creando un “interreale mafioso” in un continuo scambio tra vita reale e virtuale.
Sono stati addirittura 20mila commenti a video YouTube, 90 GB di video TikTok (per un totale di 11.500 video) e 2 milioni e mezzo di tweet i contenuti analizzati dagli esperti, che hanno evidenziato come questi: “Raccontano i nuovi linguaggi della criminalità organizzata sui social e confermano la capacità delle mafie di reinventarsi continuamente in base alle esigenze del presente. E di progredire, man mano che il digitale prende la scena facendo cadere i confini tra il reale e il virtuale”.
Dopo una prima fase in cui la le mafie usano i social in modo quasi ludico infatti – si legge nel Rapporto della Fondazione presieduta da Nino Foti -, anche nel mondo criminale subentra una maggiore consapevolezza del mezzo. Che diventa luogo di sponsorizzazione e comunicazione con gli affiliati così come con i nemici. Fino ad arrivare, con lo sbarco in Rete della nuova generazione criminale, alla creazione dell’ “interreale mafioso”. Ovvero di una continuità tra quanto accade in rete e il mondo reale”.
La lotta contro la criminalità digitale è diventata una priorità cruciale per le forze dell’ordine e le istituzioni internazionali. Affrontare questa minaccia richiederà un impegno costante e una continua innovazione tecnologica.