Il nuovo Pd di Messina si sta già costruendo anche se “materialmente” prenderà forma con il Congresso, che stando a quanto emerso dalle stesse intenzioni della segretaria nazionale Schlein dovrebbe essere nei primi mesi del 2024. Il tesseramento infatti continuerà fino a fine 2023 per poter dare modo ai chi si vuol avvicinare (o riavvicinare) al partito di iscriversi.
ORFANO DI LEADERSHIP
Il Pd messinese esce da anni complessi che hanno visto l’avvicendarsi di leadership diverse e addii traumatici. E’ rimasto più volte “orfano” dei big ed ha dovuto più volte ricostruire dalle fondamenta mentre nel frattempo anche le urne risentivano dei cambiamenti. Oggi, a distanza di 8 anni dal primo strappo, quello di Francantonio Genovese, che il Pd dello Stretto lo ha fondato nel 2006 insieme ai Ds, si può davvero usare la frase “il nuovo che avanza”, perché l’astro nascente è Calogero Leanza che non soltanto è giovane anagraficamente ma anche politicamente.
Per capire la situazione di oggi sintetizziamo le puntate precedenti.
L’ADDIO DI GENOVESE
Nel dicembre 2015 Francantonio Genovese, la cui leadership del partito era più che consolidata dal 2006, anno in cui fu il primo segretario regionale del Pd appena nato dalla fusione fredda, lascia il partito e passa a Forza Italia. Pochi mesi prima il presidente del Consiglio e leader Pd Renzi aveva contribuito al via libera del Parlamento per l’autorizzazione a procedere nei confronti del deputato. L’uscita di un’intera area dal Pd, la stessa che lo aveva costruito portando in dote i numeri, è stata traumatica, ma il partito riuscì, tra un commissariamento ed un altro, ad avviare la ricostruzione.
L’ARRIVO DI NAVARRA
Nel 2017 viene eletto segretario provinciale Paolo Starvaggi che due anni dopo, sull’onda della scissione renziana, si dimette. Nel frattempo la leadership di Genovese viene sostituita da quella dell’ex Rettore Pietro Navarra eletto parlamentare nel 2018. Pochi mesi prima, alle regionali del novembre 2017 era stato eletto all’Ars il direttore generale dell’Ateneo Franco De Domenico che nel 2021 diventerà segretario cittadino del Pd (figura che mancava dal lontano 2013). La segreteria provinciale intanto era andata nel 2020, in pieno accordo tra tutte le anime del partito, all’ex assessore regionale Nino Bartolotta.
La stabilità nel partito dura poco perché nell’estate del 2022 c’è un altro terremoto.
IL TERREMOTO DEL 2022
In vista dell’election day di settembre (Politiche e Regionali), il Pd non ricandida il deputato nazionale uscente Pietro Navarra (che pure non era andato con gli scissionisti renziani ma era rimasto nel partito) QUI. Lui sbatte la porta e si avvicina a Forza Italia. (QUI) L’addio di Navarra è a ridosso della presentazione delle liste e si registra un altro clamoroso colpo di scena. Franco De Domenico, che puntava alla rielezione all’Ars, fa un passo indietro, ritira la candidatura e si dimette da segretario cittadino (QUI).
IN CAMPO LEANZA
E’ a questo punto che entra in scena Calogero Leanza, cui, nonostante la giovane età, non difetta la lungimiranza. In quei giorni era dato per candidato in altre liste (tra FI, Mpa, Dc) ma nel Pd si era appena aperta una prateria. Si candida ed a settembre 2022 diventa il più giovane deputato dell’Ars (QUI).
Figlio dell’ex presidente della Regione ed ex assessore regionale Vincenzo, morto quando lui era ancora bambino, ha ereditato dal padre il forte senso di legame con il territorio. Avvocato, animo democristiano con la predilezione per il dialogo, l’Ars è la sua prima esperienza politica, lavora pancia a terra ma è un millenians (anzi un fine millenians perché è del ’94) quindi estremamente attento alle nuove dinamiche.
Alla Festa dell’Unità del Pd nei giorni scorsi è intervenuto in apertura, è da deputato regionale il “più alto in grado”. Dopo non aver ricandidato l’uscente Navarra infatti il Pd ha indicato capolista nel collegio Stefania Marino di Enna, e per la prima volta i dem di Messina non hanno un parlamentare del territorio (e molti questo non l’hanno dimenticato).
E’ con questa realtà che il nuovo Pd deve fare i conti, con un partito che alle urne ha pagato i vari strappi dal 2015 in poi, a maggior ragione in una città che oscilla tra centrodestra e plausi al populismo.
Sono lontani i numeri che portarono Genovese ad essere eletto sindaco di Messina ed il Pd ad avere la stramaggioranza in Aula persino con Accorinti sindaco.
URNE INCLEMENTI
Alle elezioni del 2018 il Pd riuscì a reggere il colpo e De Luca sindaco, almeno all’inizio, non aveva consiglieri dalla sua. Alle amministrative del giugno 2022 però i numeri sono stati inclementi. Il candidato sindaco del centrosinistra Franco De Domenico non ce l’ha fatta ed è arrivato terzo dopo Basile e Croce. In consiglio comunale sono stati eletti 2 consiglieri nella lista Pd (gli storici dem Antonella Russo e Felice Calabro’) mentre dei due eletti nella lista del candidato sindaco De Domenico una, Cettina Buonocore il giorno stesso dell’insediamento è passata con Basile ed il secondo, Giovanni Caruso non è Pd e finora non ha dato cenno di volerlo diventare (anzi viene dato in direzione centrodestra).
IL BUON LAVORO DEL COORDINAMENTO
Dall’estate il Pd di Messina è retto da un coordinamento che sta lavorando molto bene sul territorio per ricostruire. Dopo 10 anni è (ben)tornata anche la Festa dell’Unità Pd (QUI), si stanno ricostituendo i circoli anche in provincia e si sono organizzati numerosi dibattiti. Si sta tornando al rapporto con la base.
VERSO IL NUOVO PD
Ricostruire la segreteria è obiettivo comune, sebbene ancora sia presto per parlare di candidature e di nomi. Certo è che Calogero Leanza è in progressiva ascesa e punta a rinnovare la classe dirigente e a dare nuovo slancio al partito. Molto probabile che non scenda in campo in prima persona a meno di cambi di strategia, e che invece punti a indicare una persona a lui vicina. Franco De Domenico si è dimesso l’anno scorso da segretario e non ha intenzione di ricoprire ruoli. I giovani dem non staranno a guardare e sicuramente presenteranno un o una candidata. Leanza, proprio perché entrato nel Pd da un anno, sta dialogando con i giovani e con le diverse anime del partito tra le quali anche Nino Bartolotta e il gruppo a lui vicino.
C’è poi l’area che fa riferimento ad Antonio Saitta e agli ex Art.1 ed in questo caso i nomi per la segreteria potrebbero essere Armando Hyerace e Domenico Siracusano (ex coordinatore cittadino di Articolo Uno).
Il nuovo Pd cerca adesso quella stabilità nel tempo che è venuta a mancare negli ultimi anni ed una leadership che prepari l’alternativa a livello locale e sia abbastanza determinata da tutelare la posizione del partito messinese nelle competizioni elettorali in arrivo (Europee di giugno e Città Metropolitana)