Mentre c’è chi discute su alleanze sì alleanze no (Dc e FI), chi sta iniziando adesso a individuare i primi nomi, chi come il M5S “ci penserà domani”, c’è Cateno De Luca che il giorno dopo della chiusura delle urne alle Regionali, quando arrivò secondo dopo Schifani, è in corsa per le Europee.
LA SOGLIA DEL 4%
La batosta alle elezioni suppletive di Monza (QUI) non lo ha fermato ma gli è servita per promuovere la sua immagine e tessere rapporti nelle varie regioni. Il nodo principale è infatti la soglia del 4% che, senza alleanze, resta un obiettivo complesso. Così se da settimane gira in lungo e in largo per l’Italia e tenta la carta di federazioni con movimenti territoriali sa che il “bottino pieno” è in Sicilia. Anzi, nella sua Messina. Dopo aver lanciato strali su avversari e potenziali alleati è difficile anche che Calenda dica sì ad un tandem per le Europee (QUI) , ed anche tentazioni pentastellate sono improbabili. Se per le Regionali del dopo Schifani Cateno ha fatto appello a Pd e 5Stelle i dem di Messina hanno alzato le barricate (QUI) quindi è da escludere una qualsiasi forma di collaborazione per giugno 2024.
IL METODO DE LUCA
Ma Cateno si trova bene nel ruolo di cavaliere solitario e non torna indietro. Costruisce la rete in Sicilia e nel resto del Sud contando su mal di pancia e divorzi. Eppure quel 4% è uno scoglio e sa che si gioca tutto a casa sua. Cosa faranno gli altri partiti? Al di là delle suddivisioni territoriali nell’individuazione delle candidature, c’è un deterrente tutto messinese: chi è pronto ad affrontare il “metodo De Luca”? Chi è pronto a finire nel mirino del leader Sud chiama Nord ogni giorno o più volte al giorno nelle dirette facebook e nei comunicati?
SCENARIO CAMBIATO
I primi nomi, sia pure non ufficiali perché ancora è presto, ci sono e sono tutte donne. De Luca punta a fare strike in quella provincia dove è riuscito persino a prendere i collegi uninominali di Senato e Camera, ma le cose, dal 2022 sono cambiate. E anche il “metodo De Luca” è ormai noto e sperimentato. A Messina il sindaco Federico Basile ha perso la maggioranza bulgara in Aula e nel versante tirrenico i deluchiani non hanno la strada spianata.
LE CANDIDATE
Al momento contro De Luca non ci sono nomi certi, anche perchè per lo più Messina è spesso sacrificata dai partiti. In Fratelli d’Italia le possibili candidate sono due: l’assessore regionale Elvira Amata (che con De Luca ha avuto modo di scontrarsi ampiamente negli anni scorsi) e la senatrice Ella Bucalo. In Forza Italia si è fatto il nome di Bernadette Grasso, deputata regionale e sindaco di Rocca di Caprileone, ma non è certo. Nel fronte Pd è ancora presto, e il nome potrebbe essere quello dell’ex parlamentare Maria Flavia Timbro (area Art. 1) che già in passato ha avuto un’esperienza di candidatura alle europee. Per il M5S non ci sono indiscrezioni ma potrebbe essere schierata un’esponente del territorio che ha ruoli di coordinamento (e a Messina sono due donne), ma è troppo presto per azzardare. Nella Lega difficilmente sarà in campo il senatore Nino Germanà, che è coordinatore provinciale, e non è detto che schiererà un “suo” uomo o meno. In Italia Viva, che sembra viaggiare in allenza tecnica con la Dc di Cuffaro, il nome per la provincia di Messina è al maschile, ma negli ultimi giorni si sussurra quello della senatrice Dafne Musolino, dopo il burrascoso divorzio da Cateno De Luca (QUI). L’addio a Sud chiama Nord dell’ex assessora comunale delle due giunte De Luca e Basile eletta in Parlamento a settembre non è stato affatto indolore (QUI). “Daffine” come la chiamava Cateno finora non ha rilasciato dichiarazioni se non esclusivamente volte all’attività politica con Italia Viva, ma da molti la sua decisione è stata vista come la prima falla di un movimento in corso. La Musolino peraltro ha già affrontato le precedenti europee del 2019 in lista con FI schierata da De Luca.
DE LUCA PERDE PEZZI
Frattanto sia a Palazzo Zanca che alla Regione, De Luca perde pezzi. Non sarà una passeggiata la campagna elettorale per le Europee, a maggior ragione se ci dovesse essere nell’imminenza o in un Election day il voto per la Città Metropolitana. Lo zoccolo duro non è più duro. Se i nomi dei candidati anti-De Luca dovessero essere confermati sono tutte donne “toste” in grado di dare del filo da torcere e a “combattere” casa per casa, dalla tirrenica ai Nebrodi alla jonica al sindaco di Taormina.
Lui, Cateno, nell’uno contro tutti si trova a suo agio. Ma dopo tanti anni anche i “tutti” hanno preso le contromisure.