La corte d’appello di Palermo, terza sezione penale, ha assolto dall’accusa di tentativo di omicidio aggravato Giuseppe e Salvatore Messina, padre e figlio. In primo grado avevano avuto, in abbreviato, 8 anni e due mesi. Erano difesi dall’avvocato Giuseppe Piazza.
La vicenda risale al novembre del 2015 e vede coinvolti i due Messina e la vittima, Rocco Lanfranco, piccoli imprenditori edili. Secondo Piazza l’aggressione sarebbe scoppiata dopo diverbi lavorativi. L’uomo sarebbe stato raggiunto dai Messina a casa, avrebbe aperto il cancello e Salvatore Messina lo avrebbe colpito con un manico della zappa.
Contemporaneamente il padre lo avrebbe accoltellato. La vittima avrebbe cominciato a urlare facendo scappare i due, si sarebbe messo in moto e sarebbe andata in ospedale. Dopo un’ora dall’agguato la Polizia perquisì la casa dei Messina, trovò un coltello e sequestrò i loro abiti. Le analisi sui reperti risultarono negative: né sugli indumenti né sul coltello si trovarono tracce di sangue della vittima. Nonostante ciò in primo grado i due vengono condannati.
La difesa ha evidenziato contraddizioni nella testimonianza rilasciata da Lanfranco sia sulla dinamica che sull’arma usata. L’uomo aveva riconosciuto il bastone con cui sdarebbe stato colpito, ma sopra non sono state trovate tracce del suo dna. Elementi che in appello smontano l’accusa e portato all’assoluzione “per non aver commesso il fatto” dei due Messina.