Dario Cartabellotta, oggi dirigente generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana, è stato assolto dall’accusa di aver diffamato (anche con il mezzo della stampa) il funzionario regionale Roberto Enzo Barberi. La vicenda risale all’Expo 2015, svoltosi a Milano, al quale la Regione partecipò con il Cluster Biomediterraneo, responsabile unico del quale fu nominato il dott. Cartabellotta, all’epoca dirigente generale del Dipartimento Pesca.
Durante lo svolgimento dell’Expo fu nominata una commissione ispettiva, composta fra gli altri dall’attuale segretario generale Maria Mattarella e dall’attuale direttore generale dell’Irfis Giulio Guagliano, che rilevò nell’operato del responsabile del Cluster delle condotte amministrative non conformi relative alla stipula dei contratti con i fornitori. Fu nominato commissario ad acta il funzionario regionale Roberto Enzo Barberi, che aveva fra i suoi compiti quello di annullare i contratti.
Si aprì un braccio di ferro fra Cartabellotta e i vertici della Regione (anche con l’allora assessore alla Agricoltura, prima Barresi e poi Cracolici), giacchè il primo riteneva legittimi i contratti tanto da aver predisposto i mandati di pagamento, che venivano però bloccati da un parere dell’Avvocatura dello Stato, reso sulla base di una nota inoltrata dal commissario ad acta. Ritenendo che nessuna illegittimità vi fosse stata e che dall’annullamento dei contratti sarebbe derivato alla Regione un duro contenzioso giudiziario con le aziende creditrici (cosa che poi in effetti avvenne, con pesanti condanne a carico dell’Ente) e una sua responsabilità civile e penale il responsabile del Cluster non annullò i contratti, cosa che indusse la Regione – giacchè neppure Barberi lo aveva fatto – a nominare un nuovo commissario ad acta nella persona dell’attuale ragioniere generale Ignazio Tozzo.
Nel frattempo Cartabellotta rilasciava delle interviste (a LiveSicilia e ItaliaOggi) difendendo il proprio operato e stigmatizzando l’atteggiamento degli organi della Regione, che – a suo avviso – non avevano riportato all’Avvocatura dello Stato gli elementi utili a pervenire ad una corretta valutazione della questione (la presenza nelle casse regionali dei fondi necessari a pagare i fornitori e la capacità di contrarre del responsabile unico del Cluster).
Sulla base però di un decreto ingiuntivo di uno dei fornitori (Manpower), tendente al pagamento delle proprie spettanze, opposto dalla Regione Siciliana, il Tribunale di Milano dava pieno riscontro alle posizioni di Cartabellotta e condannava la opponente a pagare quanto dovuto al creditore oltre alle spese di giudizio. Oggi il Tribunale di Palermo (giudice dott. Giovanni La Terra) ha deciso che le affermazioni di Cartabellotta rese alla stampa e anche in sede di audizione davanti alla Commissione Bilancio della Assemblea Regionale Siciliana (per le quali Barberi lo aveva querelato) non costituiscono reato.
Dario Cartabellotta, dopo una richiesta di archiviazione avanzata dal P.M. Dario Scaletta respinta dal GIP, è stato assolto. “Finisce così – dichiara il difensore, avvocato Giuseppe Gerbino – per l’alto dirigente regionale un incubo che durava dal 2016, dovuto al solo fatto di aver voluto e dovuto difendere con coraggio e coerenza, contro tutto e contro tutti (compresi i vertici delle Istituzioni regionali dell’epoca), la legittimità del proprio operato e la bontà delle proprie scelte amministrative”.