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Si è chiusa a Palermo, nell’Aula Magna del Dipartimento Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’Università in viale delle Scienze, la prima edizione della “Conferenza regionale Istruzione, scuola, università e formazione professionale in Sicilia”, promossa dalla Regione Siciliana, con il sostegno del Fondo sociale europeo.
Alle due giornate, volute dal governo Musumeci e organizzate dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, ha partecipato una gremita rappresentanza di studenti, primi protagonisti di questa iniziativa, e docenti, coinvolgendo il mondo della scuola e delle università siciliane e nazionali. Politiche di contrasto alla povertà educativa, promozione del diritto allo studio, superamento dei divari territoriali tra Nord e Sud, internazionalizzazione e interconnessione con il mondo del lavoro, valorizzazione del capitale umano, ricerca e innovazione, sono state le questioni principali di questo lungo dibattito culturale in cui esperti si sono messi a confronto anche in più tavoli di lavoro tematici svolti in contemporanea, dedicati all’internazionalizzazione del sistema istruzione dell’Isola.
Il confronto ha posto tante riflessioni su diverse tematiche: dalla scuola primaria alla formazione on the job, dalle politiche di inclusione alla mobilità internazionale, dal sistema Its alla valorizzazione della ricerca, dal sistema duale alla creazione d’impresa e start up.
Partendo dallo stato attuale del sistema scolastico e universitario regionale e dall’analisi delle criticità presenti, sono state avanzate proposte e sono stati posti obiettivi e progetti per il futuro, puntando a una nuova visione di modelli educativi che va di pari passo con l’Europa, con le priorità di intervento e gli standard qualitativi comunitari. Il futuro dell’istruzione in Sicilia, dopo la drammatica esperienza della pandemia da Covid 19, si costruisce partendo da una visione di sviluppo condivisa, coerente con le scelte di governo e prospetticamente capace di migliorare il rendimento quali-quantitativo dei processi di istruzione e formazione nel territorio. Questo anche utilizzando le maggiori risorse provenienti dai programmi europei post-Covid e con la pianificazione degli investimenti del PNRR, utili per superare le diseguaglianze territoriali.
“L’evento – ha sottolineato l’assessore Roberto Lagalla – ha rappresentato un momento prezioso di condivisione, raccolta di proposte
e idee provenienti dai tanti attori del complesso sistema educativo della Regione. Adesso mi aspetto il rafforzamento di un patto con la società, con i giovani e le famiglie. Dobbiamo restituire voce e protagonismo a tutti gli attori del mondo dell’istruzione”.
I suggerimenti e le riflessioni emerse sono state lanciate proprio dai protagonisti dei luoghi di studio e di formazione: va proprio in questa direzione la volontà di fare introdurre i lavori odierni ad Amel Chaouch, studentessa di origini tunisine del Liceo linguistico Cassarà di Palermo che, con un incipit in diverse lingue, ha letto una lettera al mondo dell’istruzione in cui emergono le sue speranze, i timori ma anche i sogni, come quello di diventare interprete della Commissione europea.
E in questa giornata di lavori così importante, inaugurata il 22 nella Sala d’Ercole di Palazzo dei Normanni, alla presenza del ministro dell’Università e ricerca, Maria Cristina Messa, tante sono state le riflessioni dei giovani studenti e laureati del capoluogo siciliano, insieme agli esponenti del mondo Università e Scuola.
“Credo che la sinergia che c’è tra scuola e università possa favorire quel rapporto con gli studenti, con il tentativo di inserirli nel mondo del lavoro qui in Sicilia. E’ chiaro che le prospettive che ci sono al Sud sono diverse da quelle che ci sono al Nord Italia. Speriamo che con le risorse del Pnrr si possano creare occasioni di lavoro qui in Sicilia per evitare la cosiddetta migrazione intellettuale, potrebbe aiutare a ridurre il gup territoriale tra le regioni del Nord e le regioni meridionali e in articolare la Sicilia.”, ha detto Angelo Mineo Direttore del Dipartimento SEAS dell’Università degli Studi di Palermo.
“Ringrazio l’assessore Lagalla che ha voluto creare questo grande momento di interesse per dare delle risposte ai ragazzi. Il nostro problema in Sicilia è dover esportare i ragazzi fuori perché qui non c’è lavoro, invece se si potesse creare un modello di sviluppo nel nostro territorio, si potrebbe dare risposta all’intera cittadinanza siciliana e soprattutto ai giovani”, ha commentato Giovanni Migliore della Cisl.
“Un’iniziativa lodevole, se ne avvertiva il bisogno soprattutto per rimetterci in moto dopo il periodo della quarantena che abbiamo passato e che non è ancora concluso. Il problema, come è emerso nel dibattito, è quello dei nostri tanti giovani che sono costretti ad andare fuori e che poi non ritornano più e questo è un problema che parte dalla scuola elementare alle superiori e là c’è il passaggio cruciale con il mondo del lavoro. Noi dobbiamo ridurre la dispersione scolastica e impedire che i nostri ragazzi non vadano fuori a studiare all’università, ma lo facciano in Sicilia, e quelli che si laureano qui non vadano a cercare il posto di lavoro fuori e non tornare più. Scuola università e lavoro sono temi legati a doppio filo e se si lavora per mettere in sinergia questi tre settori possiamo evitare questa emorragia di cervelli”, ha sottolineato Domenico Di Fatta, dirigente scolastico del Regina Margherita, e referente per il Ministero dell’Istruzione.
“Questa è un’opportunità che noi giovani dobbiamo sfruttare, perché la pandemia ha in qualche modo messo a nudo tutte le difficoltà, anche strutturali, delle nostre università e delle scuole. Dobbiamo sfruttare la sinergia tra studenti, professori e anche istituzioni politiche per una collaborazione proficua e che accompagni nel mondo del lavoro”, ha spiegato Benedetto Corradino consigliere del Dipartimento Economia UNIPA.
“Sono occasioni importanti quelle date dai fondi del Pnrr, oggi stiamo presenziando per prendere appunti e parteciperemo a tutte le occasioni che ci verranno date dalle istituzioni e dai professori, perché siamo la classe dirigente del futuro e dobbiamo rimboccarci le maniche se vogliamo l’Italia al centro dell’Europa”, Riccardo Melia Co-fondatore dell’Associazione Unit.
“L’istruzione è un percorso che parte dalle scuole elementari e continua con l’università, la scuola deve porre lo studente. Faccio appello alle istituzioni per rendere partecipi gli studenti nelle loro considerazioni e decisioni e faccio appello ai professori e anche agli studenti dell’Università di Palermo che rappresento, di utilizzare gli strumenti a loro disposizione per cercare di fare delle segnalazioni, delle proposte che possano portare a migliorare la vita dello studente all’interno del proprio Ateneo. Tra le idee che mi sono giunte c’è quella di poter aprire uno spazio per gli studenti musicisti, utili per esprimere la propria arte, potenziare le attrezzature di allenamento a corpo libero, e tante altre idee”, ci ha raccontato Davide Cino consigliere di amministrazione dell’Università degli Studi di Palermo.
“Ho apprezzato molto tutte queste iniziative poste nei nostri confronti, per creare una scuola e università a misura di studente. Penso che con il cambio governance all’interno dell’Università di Palermo c’è stata una ventata di aria fresca, c’è tanta voglia di novità, di instaurare nuove connessioni con il territorio. Una delle iniziative più importanti sarà il post-pandemia, incentivando il diritto allo studio e dare la possibilità a tutti gli studenti, che in questo momento vivono un disagio particolare, di poter fruire delle lezioni al 100 per 100″, ha ribadito Alessio Varsalona consigliere amministrazione Unipa e Vicepresidente Vivere Economia.
“Nell’ambito dell’istruzione la formazione professionale deve essere rispondente al fabbisogno dei giovani di questa terra. Come associazione datoriale, non posso che lamentare il problema legato alla governance, cioè dobbiamo lavorare per trovare dei procedimenti e dei processi per favorire l’attività di formazione. Scuola e formazione sono binari connessi e portare verso un fine che è lo studente”, ha detto Giuseppe Sassano, Ars- centro di formazione professionale.