I media nazionali contano le città con bollino rosso, le ondate di calore continue, gli incendi e i malori causati dalle alte temperature sembrano essere diventati la “normalità“. Apriamo l’app del meteo, picchi di 40 gradi al sud, afa estrema, “non uscire di casa nelle ore più calde”, allerta meteo. Una questione emergenziale che sta diventando sempre di più un’arma di distrazione di massa. Siamo forse vittime dei continui allarmismi che divagano sul web e non solo?
L’aggravarsi dei vari fenomeni dovuti alla siccità è strettamente connesso alla crisi climatica, in Sicilia stiamo assistendo ad una progressiva desertificazione dovuta in una parte molto significativa all’aumento delle temperature, alla modifica delle dinamiche delle piogge, all’impoverimento e distruzione del capitale naturale del territorio, ma anche alla stratificazione delle conseguenze di decenni di mala gestione.
Sull’isola da settembre dello scorso anno fino ad aprile ha piovuto molto poco e i problemi strutturali aggravano ancora di più la situazione di crisi che la nostra Isola sta affrontando.
Com’è cambiata la situazione in Sicilia a distanza di qualche mese?
Siamo nel pieno della stagione estiva e le strade si riempiono di turisti da ogni parte nel mondo. “Nonostante il continuo allarmismo, la salute turistica siciliana è molto buona“, i flussi turistici sono assolutamente in linea con quelle che erano le migliori previsioni. “Il trend è confermato, dopo il periodo per noi drammatico come quello del covid, l’unica conferma è una ripresa importante“.
E’ allarme anche per il turismo?
Solo qualche mese fa, quando la stagione estiva era solo alle porte, si sollevavano le prime problematiche relative alle alte temperature, Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia aveva esposto la sua preoccupazione. Un’emergenza che va risolta, “non possiamo chiedere ai turisti di razionare l’acqua. Luoghi come Dubai sono nel deserto e l’acqua non manca mai, la Sicilia che è una meta turistica mondiale perché deve avere questi problemi?”. La Protezione civile regionale aveva anche previsto un ulteriore aggravamento, per questo il governo nazionale aveva chiesto un aiuto alle navi delle forze armate per arginare l’emergenza. Nella richiesta di stato d’emergenza avanzata dalla giunta di Renato Schifani al governo Meloni, c’era anche la domanda di utilizzo immediato delle navi cisterna e di quelle con funzioni di dissalatori per riempire gli invasi siciliani.
Come segnalato dalla stessa Regione Siciliana i primi mesi del 2024 sono stati “caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge, che hanno confermato la tendenza dello scorso anno”.
Ma quali sono i disagi realmente presenti? La siccità diventa una sorta di repellente per chi vuole venire in Sicilia. “I problemi noti arrivano, il fatto che ci sia un clima molto caldo e che si sia registrato un peggioramento in questi ultimi mesi non è una sorpresa o una novità per nessuno. Si devono trovare delle soluzioni, per come si sta facendo per altre problematiche esistenti nella nostra isola”. Rifiuti, traffico e strade colabrodo, sono tante le questioni aperte e i problemi ancora irrisolti ma i fari sono tutti puntati su crisi idrica e siccità.
“Che ci debba essere un cambio evidente, è risaputo. Ma è inutile parlare e fare eccessiva pubblicità, il che non significa dire che il problema non esiste ma creare un allarmismo che va sulla stampa internazionale, no. Crea soltanto danno“. Abbiamo piena fiducia nel governo Schifani. I problemi esistono ma è inutile farne un casino alimentando solo confusione“.