La Regione destinerà altri 8 milioni per abbattere le liste d’attesa in Sicilia, come previsto dal Piano strategico.
Le nuove risorse finanziarie saranno distribuite alle Aziende sanitarie provinciali ma verranno destinate alle strutture accreditate e convenzionate con il Sistema sanitario regionale per la specialistica ambulatoriale da privato. Il provvedimento è stato trasmesso alla G.U.R.S. per la relativa pubblicazione e, successivamente, al Responsabile del procedimento di pubblicazione dei contenuti sul sito istituzionale, ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di pubblicazione on line.
Secondo gli ultimi dati risalenti a giugno, sono circa 30mila le persone in attesa di ricovero e 55 mila quelle che aspettano una visita diagnostica.
Il finanziamento verrà distribuito su base provinciale proporzionalmente al valore consolidato della produzione specifica delle prestazioni rientranti nel Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA) 2019-2021 realizzata nel corso dell’anno 2023. Le prestazioni critiche ammesse al finanziamento sono 69 ambulatoriali (14 visite specialistiche e 55 prestazioni strumentali).
Nello specifico le risorse saranno distribuite così:
- 555.646 di euro per l’Asp di Agrigento;
- 231.922 di euro per l’Asp di Caltanissetta;
- 2.317.435 di euro per l’Asp di Catania;
- 187.386 di euro per l’Asp di Enna;
- 908.951 di euro per Asp di Messina;
- 2.145.545 di euro per l’Asp di Palermo;
- 317.211 di euro per Asp di Ragusa;
- 663.735 di euro per Asp di Siracusa;
- 672.170 di euro per Asp di Trapani.
I Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Provinciali, dopo avere formalizzato ogni conseguente adempimento, dovranno vigilare sul rispetto dei tempi di erogazione massimi, tracciabilità e trasparenza all’accesso del sistema sanitario regionale per il tramite dei sistemi di prenotazione disponibili.
I problemi
“Siamo in attesa di un aggiornamento anche perché i direttori generali sono sotto osservazione e rischiano di saltare se non verranno raggiunti gli obiettivi di abbattimento delle liste d’attesa”, evidenzia Francesco Lucchesi della segreteria regionale della Cgil.
“Nonostante gli interventi presi, tra visite ambulatoriali anche nel weekend, la collaborazione con le strutture private, il problema principale permane ed è strutturale: ossia la mancanza di personale nel Sistema sanitario pubblico. Quelli che ancora rimangono sono dediti al loro lavoro e credono al sistema sanitario pubblico, ma sono costretti a fare turni insostenibili sottopagati – prosegue -. In merito invece, alle prestazioni e ai servizi che il Servizio sanitario nazionale, si attendono ancora i nuovi Lea, germi agli anni 90′, che si spera entrino in vigore a gennaio 2025, sempre se non slitteranno nuovamente. Nei Lea vi sono prestazioni aggiornate con nuovi esami divenuti quasi di routine, oltre a indagini genetiche fondamentali per la diagnosi, ad esempio, delle malattie rare”.
Leggi anche
Liste d’attesa mina vagante, il rischio che i manager non possono correre