“Abbiamo chiesto la possibilità di realizzare i lavori per ripristinare i dissalatori in deroga sul modello ponte di Genova, ci è stato detto di no. Abbiamo preso atto che questi poteri li eserciterà il commissario straordinario nazionale per la crisi idrica Dell’Acqua, sono sicuro che il commissario abbia la struttura per farlo. Noi collaboreremo e vigileremo affinché i tempi vengano rispettati. Il nostro obiettivo è realizzarli entro l’estate dell’anno prossimo, non intendo perdere questa scommessa. Mi auguro che la struttura del commissario sia efficiente. Noi ce la stiamo mettendo tutta, non ho fatto un giorno di ferie e non me ne pento perché sono a fianco dei siciliani“. Lo ha detto a Tgcom24 il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. Il governatore ha annunciato, inoltre, che “a breve” sarà definito “il contratto per l’esecuzione dei lavori nell’intera rete idrica di Agrigento, i fondi ci sono”. “Dobbiamo fare di tutto e di più perché si possa sopperire alle deficienze del passato – ha proseguito Schifani – Credo che la Sicilia sia particolarmente colpita da fenomeno siccità rispetto ad altre regioni. Ho trovato una situazione in cui molte dighe sono in disarmo o quanto meno non collaudate, in alcune i fondali sono pieni di sabbia e andrebbero ripuliti. Serve una manutenzione straordinaria e invieremo al ministro Matteo Salvini un elenco di priorità che vogliamo attuare”
“È surreale che il presidente della Regione dichiari che la riattivazione dei dissalatori in Sicilia, tramite dimezzamento delle procedure, avverrà in tempi compatibili con gestione dell’emergenza idrica. Schifani forse non si è accorto dell’incredibile ritardo della sua azione, che ha reso l’estate appena trascorsa una vera e propria tragedia per i siciliani. L’immagine simbolo dell’isola nell’estate 2024 resterà quelle delle autobotti in giro per l’isola per approvvigionare le case rimaste a secco e delle dighe che sversano a mare, impedendo la campagna irrigua degli agricoltori”. Lo afferma la deputata del M5S all’Ars Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente e vicepresidente della commissione Ue a Palazzo dei Normanni.
“Se la soluzione – continua la deputata – fosse stata semplicemente quella di chiedere a Roma di gestire le procedure per i dissalatori di Gela, Trapani e Porto Empedocle, perché non lo ha fatto sin dall’inizio la scorsa primavera, quando si è iniziato a parlare della loro riattivazione?“.
Per Cristina Ciminnisi ci sono parecchi aspetti da chiarire sulla gestione commissariale romana della riattivazione dei tre dissalatori siciliani
“Stiamo parlando – dice la deputata trapanese – di 100 milioni di euro di fondi di sviluppo e coesione 2021 2027 e, a fronte di un investimento così cospicuo, ci aspettiamo che il Presidente venga a chiarire in Commissione UE qual è il progetto che sarà oggetto dello snellimento delle procedure e, soprattutto, quale sarà la reale portata di risorse idriche aggiuntive prodotta dai tre dissalatori, quali saranno i costi di gestione, e quanto, la riattivazione di questi impianti, potrà realmente contribuire a soddisfare il fabbisogno idrico regionale. Altrimenti il rischio è che la montagna partorisca un topolino”.