Aumentano i prezzi dell’energia elettrica e dell’acqua. Questo è quanto emerso nel corso della conferenza stampa indetta da Anci Sicilia presso l’Hotel Astoria Palace di Palermo.
Nei giorni scorsi, Anci Sicilia aveva deciso di intraprendere azioni legali a tutela e a salvaguardia dei Comuni siciliani e chiedere chiarezza sul parametro Omega (Ω), ossia il coefficiente utilizzato per calcolare il prezzo dell’energia elettrica nel mercato di salvaguardia. Questo parametro è stabilito dall’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e serve a determinare il margine di commercializzazione che il fornitore di salvaguardia può applicare al prezzo dell’energia.
A rispondere alle domande dei giornalisti sono stati il segretario e il presidente di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano e Paolo Amenta.
“Noi parliamo di crisi idrica ma non parliamo del fatto che il costo dell’acqua oggi è significativamente aumentato perché il costo dell’acqua dipende anche dal costo dell’energia. Faccio un esempio, se io ho due volte e mezzo il costo dell’energia, questo domani ha influenze sulle tasche dei cittadini. Il costo dell’energia è un tema, infatti, che riguarda non solo i comuni ma anche i cittadini e le imprese“. Ha dichiarato Mario Emanuele Alvano.
“Noi – prosegue il segretario di Anci Sicilia – stiamo sollevando un tema rispetto al mercato di salvaguardia, che ha imposto agli enti di pagare quasi due volte e mezzo il prezzo dell’energia. Ad esempio, anziché pagare il costo dell’energia 100 mila euro lo si paga 250 mila euro, parliamo di un dato significativo. Il mercato di salvaguardia è legato ai comuni che hanno una criticità nei pagamenti, in altre regioni però ha un costo quasi ordinario, in Sicilia invece vi è una sproporzione tra i due mercati“.
“Il costo dell’energia – ha ricordato Paolo Amenta – sottovalutato spesso in passato, adesso acquisisce un ruolo quasi di secondo costo nei bilanci dei comuni. Stiamo provando a fare chiarezza su questa condizione. L’Anci prima ha provato autonomamente a parlare con Arera e con il ministero, attraverso anche alla consulenza di Ifel, adesso però abbiamo scelto la strada delle azioni legali per cercare di capire come è possibile trovare delle soluzioni per i comuni dell’isola. Non è più sostenibile che un comune Lombardo o Veneto, pur scivolando dal mercato libero al mercato di salvaguardia, abbia un aumento di 17 euro al megawatt ore e in Sicilia l’aumento diventa di 202 euro al megawatt ore, quindi significa per 11 volte in più rispetto a qualsiasi altro comune del Nord.”
“Le azioni legali comporteranno lo stabilire – prosegue – che chi ha competenza, per mettere un tetto al parametro omega, lo deve fare, altrimenti non si può lasciare libero arbitrio a chi applica queste condizioni. Dobbiamo capire – conclude – come bisogna muoversi in questo ambito, a tutela della giustizia sociale. Oggi i 20 centesimi diventano 45, più tutto quello che c’è intorno, si arriva quasi 50 centesimi chilowatt, il che significa un costo che è superiore agli interessi di un usuraio. Capisco che bisogna stabilire delle regole a tutela delle imprese che forniscono energia, ma bisogna farlo nel giusto modo“.