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Il progetto

L’utopia cittadella dello sport a Boccadifalco: dall’intesa al sogno dimenticato nel cassetto

lunedì 21 Ottobre 2024
area Palermo Boccadifalco
area Boccadifalco

Una nuova vita per il Tenente Onorato, con campi da calcio, da tennis, piste di atletica e un palazzetto dello sport per abbracciare varie discipline come il basket e la pallavolo. Dopo anni a tinte rosanero e i difficili mesi che seguirono con il fallimento dell’U.S. Città di Palermo, l’area di Boccadifalco ha sfiorato con un dito l’idea di trasformarsi in una vera e propria cittadella dello sport, rafforzando così la propria vocazione sportiva. Un progetto coraggioso e ambizioso che avrebbe potuto rappresentare un’eccezione e un’eccellenza per la città di Palermo. Si continua dunque a parlare usando il condizionale. Già, perché dopo la stipula del protocollo d’intesa nel dicembre 2020, l’idea fu pian piano dimenticata fino ad essere accartocciata e gettata nel cestino. A distanza di circa quattro anni, però, il progetto potrebbe tornare sotto la lente d’ingrandimento.

Riavvolgendo il nastro, facciamo un tuffo nel passato e ritorniamo quindi a quel dicembre 2020.

Rigenerazione urbana, supporto alle società sportive e la creazione di centro socio-ricreativo a disposizione dell’intera cittadinanza. Nasce da questi presupposti il protocollo d’intesa siglato da Ministero della Difesa, Comune di Palermo, Unipa, Agenzia del demanio, Coni e Cip. La grande cittadella dello sport rientrava all’interno del macro-progetto dell’esercito italiano “Caserme Verdi”.

Il centro sportivo avrebbe dovuto comprendere: un campo da calcio regolamentare, una pista di atletica regolamentare, un campo da calcio a cinque, quattro campi da tennis all’aperto, un campo sportivo polifunzionale in erba, un’area per attività equestre, una palestra coperta, un campo per tiro con l’arco, un campo da rugby, un percorso di jogging attrezzato, una striscia addestrativa, un’area parco con area ricreativa, una struttura sportiva coperta comprensiva di sette un campo multiruolo, spogliatoi, uffici per la gestione della struttura, una piscina olimpionica, laboratori per la riabilitazione fisica, un organismo di protezione sociale, una palazzina con stanze per il personale, un asilo con annesso parco giochi e un’area parcheggio.

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Ogni attore protagonista, come si può apprendere dal documento, si sarebbe impegnato a perseguire il proprio compito: al Ministero sarebbe spettata l’attività di progettazione e la stipula di un’apposita convenzione, per la gestione, e quindi il mantenimento, degli impianti sportivi del centro addestrativo-sportivo; all’Università il supporto tecnico per la progettazione; al Coni e al Cip la gestione e la manutenzione della struttura, oltre che il supporto tecnico alla progettazione; all’Agenzia del demanio il ruolo di stazione appaltante e designazione del responsabile unico del procedimento. Al Comune di Palermo sarebbe invece spettato il compito di finanziare l’opera e individuare i necessari strumenti normativi per la compatibilità con eventuali vincoli di natura territoriale, urbanistica e ambientale.

area Palermo Boccadifalco
area Boccadifalco

Il protocollo, con effetti validi per un anno, non arrivò mai alla fase successiva di progettazione. I motivi? Difficile affermarlo con certezza, ma è possibile ricostruire la vicenda. Gli incontri tra le parti proseguirono per tutto l’anno, ma la necessità del Comune di trovare fondi extra-comunali, dunque statali o comunitari, per poter finanziare l’opera sarebbe stato lo scoglio maggiore da arginare. L’Amministrazione avrebbe cercato delle linee di finanziamento nazionali alle quali poter attingere e inserire così l’opera all’interno del Piano triennale. La ricerca non ebbe però successo. Da non dimenticare sono certamente anche le gravi condizioni economiche in cui, proprio in quegli anni, versavano le casse del Comune e i blocchi imposti dal ragioniere generale. E così si giunse al triste epilogo, con il tempo scivolato via e il sogno infranto di un centro all’avanguardia. Il Tenente Onorato non è stato abbandonato e ha lasciato ben presto alle spalle quelle grandi promesse non mantenute. Nell’aprile 2022, quando tutto ormai era sfumato, il Cus stipulò un accordo con il Comando Militare dell’esercito in Sicilia per il co-utilizzo del campo. La “Città Esercito-Tenente Onorato” vide così la luce, ma sotto una veste completamente diversa rispetto a quella idealizzata circa un anno e mezzo prima.

Antonino Randazzo

E si arriva ad oggi, ottobre 2024. A rispolverare il progetto è stato Antonino Randazzo, consigliere comunale del Movimento 5 stelle, che ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione al primo cittadino Roberto Lagalla: “Ci fu solo un semplice accordo, con la firma del protocollo d’intesa, dove ogni soggetto si impegnava a fare qualcosa per portare a termine la realizzazione questa “cittadella dello sport”. Nel 2021, tra l’altro, la Federazione Italiana Cricket si era resa disponibile a realizzare con fondi propri una parte del progetto, il campo di cricket, e aveva effettuato una formale richiesta per avere assegnato il terreno. Ora non c’è più traccia di questo progetto e non se n’è occupato più nessuno“. La richiesta?Vogliamo comprendere se il sindaco intende attivarsi per recuperare il progetto, avviando le interlocuzioni con i soggetti del protocollo di intesa e se intende trovare fondi extra-comunali, statali o comunitari, considerata la vasta portata del progetto“.

Il quesito è plausibile: a distanza di quattro anni, è ancora possibile recuperare l’idea di una grande cittadella dello sport a Boccadifalco? La speranza è l’ultima a morire, anche nella città che ha fatto degli impianto sportivi il proprio tallone di Achille. Escludendo alcuni limiti non in linea con le caratteristiche urbanistiche dell’area, il progetto rappresenta comunque un’ottima base di partenza per poter almeno pensare di riprendere e rivalutare l’idea. Dal Comune, al momento, non vi sono novità, ma nel corso della settimana qualche piccolo parere o valutazione iniziale potrebbe già arrivare.

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